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Gli italiani e la nostalgia della quarantena: ma cosa hanno fatto gli italiani durante il lockdown?

lockdown bambiniIl lockdown ha prodotto un immediato effetto: far scoprire agli italiani passioni dimenticate, in alcuni casi mai del tutto rivelate. L’avvento della Fase 3 ha riportato tutto alla normalità. Ripreso il campionato di calcio, riaperti ristoranti e bar, musei e stabilimenti balneari. Ma non manca la nostalgia della quarantena: avete letto bene. Il lockdown previsto per l’emergenza, ancora in corso peraltro, ha dato possibilità a nuove opportunità di emergere.

Cosa hanno fatto gli italiani in quarantena?

Ricerche recenti dimostrano che il 15% della popolazione ha cominciato a svolgere attività e mansioni che in genere non riusciva ad ottemperare per mancanza di tempo: tra gli occupati la percentuale, pensate, tocca il 20%. Stare chiusi in casa, per uomini e donne, è stata una opportunità soprattutto in regioni meno colpite dall’epidemia, in fasce d’età comprese tra i 25 e i 40 anni.
23,6%, contro il 15,3% nella zona Rossa e l’8,7% al Sud. Durante il lockdown, insomma, sono esplose molte attività prima parcheggiate o ignorate. Ma di quali si tratta? Su tutte spiccano quella serie di mansioni quotidiane spesso ignorate: la cura della casa, la manutenzione, piccoli lavoretti. Spazio, tanto, a cucina, giardinaggio e bricolage.

Le percentuali

Nello specifico, durante la prima fase della quarantena, il 41% della popolazione si è dedicata a lavori di manutenzione della casa: per la maggiore sono stati gli uomini, 49,7% ad impegnarsi nella cura della abitazione, contro il 33% delle donne. Giovani, donne e persone con titolo di studio, nel 7% dei casi, si sono messi con la testa e con l’impegno a sperimentare attività di nuovo tipo, come ricette culinarie e miglioramento delle proprie competenze digitali.
In particolare, durante la prima fase della quarantena, il 41% della popolazione si è dedicata a lavori di manutenzione della casa (e a farlo sono stati soprattutto gli uomini, 49,7% contro il 33% delle donne). Ma nei giorni passati a casa non sono mancati dei pionieri della novità: il 7% della popolazione infatti (soprattutto giovani, donne e persone con titolo di studio) si sono sperimentati in attività di tipo nuovo, dalle ricette culinarie al miglioramento delle proprie competenze digitali. Va da sé che studio, formazione, aggiornamento professionale vadano per la maggiore. Gran parte dei maggiorenni ha poi dato spazio ai giochi di società.

Di questi, il 37.5% si è dedicata ai videogiochi: su tutti predominano i giochi da consolle, nel 70% dei casi, seguiti a ruota dai giochi online disponibili in rete: nel 59.1% dei casi si tratta di giochi che prevedono il collegamento con gli amici. Seguono i giochi di carte con un 38% e di società, col 29,3%. In aumento anche le scommesse sportive su internet: il 3.8% della popolazione ha giocato con frequenza meno che settimanale, mentre un campione di oltre 560.000 persone ha scommesso tutte le settimane. In aumento, del 20-30%, anche gli accessi ai casinò online: questi hanno ricevuto grande attenzione grazie anche ai bonus senza deposito, offerti come “incentivo” per i clienti, nuovi e non.

Dalla ricerca è emerso che durante il lockdown, clamorosamente, si sono intensificati i contatti tra amici. Così come ha dominato la musica, soprattutto quella prodotta. In generale il 27.9% della popolazione ha ammesso di aver mangiato cibo spazzatura.

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