Per oltre cinque anni non avrebbe perso occasione di ricordare all’architetto che lo aveva ingaggiato come figurante nel presepe vivente di Civita di Bagnoregio, di saldare quel cachet da 400 euro per l’affitto del bue e dell’asinello, guest star della natività.
Ma la sua insistenza gli sarebbe costata una denuncia e un processo per stalking: ieri l’uomo, un portalettere in pensione finito agli arresti domiciliari da gennaio dopo che in diverse occasioni avrebbe infrante il divieto di avvicinamento al suo creditore, è stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione con pena sospesa.
Diversi gli episodi che avrebbero fatto scattare la denuncia a suo carico: da fine settembre 2019 fino all’inizio del 2020, l’uomo avrebbe continuamente avvicinato l’architetto che nel 2014 si era occupato di reclutare figuranti e di allestire il presepe vivente, per farsi saldare il compenso promesso. E anche di fronte a sconosciuti lo avrebbe minacciato e intimidito. Il più grave degli episodi il 13 dicembre scorso, quando l’ex postino sarebbe arrivato ad alzare le mani contro la persona offesa.
Per l’accusa veri e propri atti persecutori. Per la difesa nient’altro che ”maldestri e poco significativi tentativi di ottenere ciò che gli spettava”.
”Quell’uomo è una persona di altri tempi per cui la parola data va rispettata e il fatto che a distanza di anni nessuno avesse saldato quel credito per lui era inconcepibile” ha spiegato al giudice uno dei due difensori, l’avvocato Luca Paoletti.
Nel frattempo il Comune ha saldato il suo debito, ma l’uomo è finito a processo: ieri la condanna.