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Sviluppo, la Cgil raccoglie la sfida di Fioroni

Beppe Fioroni

Beppe Fioroni

Miranda Perinelli, segretaria generale della Cgil viterbese, raccoglie la sfida lanciata dall’onorevole Beppe Fioroni sullo sviluppo della Tuscia. Ma lo fa con toni duri e a volte sarcastici. “E’ ciò chiediamo – dice – da svariati anni, noi come organizzazioni sindacali, così come le associazioni di categoria. Ben venga quindi il riaffermare che tutti i nostri piani per lo sviluppo e le nostre rivendicazioni, elaborazioni, studi, pensieri idee siano oggi ribadite e dunque confermata la loro appropriatezza e giustezza”. Ma subito precisa: “Non posso però condividere l’idea ancora portata alla ribalta, dell’aeroporto. Viterbo o Tarquinia, pura illusione o propaganda, perché ritengo che, come abbiamo detto da anni, la carenza di infrastrutture idonee, specialmente per quanto attiene alla viabilità su ferro, ci ha penalizzati e purtroppo ci penalizzerà, fin tanto che non si risolve il principale problema. Ritorna il nostro slogan: senza treno non si vola”.
Perinelli concorda con Fioroni sul fatto che i finanziamenti della Comunità Europea, qualora la Tuscia fosse decretata zona svantaggiata, sarebbero un aiuto fondamentale per il territorio. Ma poi attacca: “E’ vero tutto. Ma mi chiedo se in questi 17 anni in cui è stato seduto sugli scranni del più alto livello politico istituzionale, a Fioroni non sia mai venuto in mente che dalla sua terra natia si sollevava una richiesta di intercessione, di aiuto, affinché non si  arrivasse a questi estremi”.
Poi la leader viterbese della Cgil fa un’impietosa analisi della situazione locale: “E’ sufficiente dire che tocchiamo oltre il 40 % della disoccupazione dei giovani, record regionale e nazionale. È sufficiente dire che la disoccupazione in generale è arrivata al 13%  (percentuale regionale e nazionale più alta), ed è ancora poco dire che la  mortalità di aziende rispetto a quelle nate ha un saldo negativo -6 rispetto al 2011, il più alto tasso di tutta le regione Lazio, come dichiarato da Unioncamere”.
Quindi, la conclusione: “E’ vero che Fioroni, nella precedente competizione elettorale, non era candidato nel Lazio, così come invece avviene ora. Perciò gli dò il bentornato tra chi, in tempi lontani e non sospetti, aveva fatto in modo che la sua ascesa in politica diventasse anche una risorsa per la Tuscia. La Tuscia ancora esiste e ha bisogno di tutte le forze possibili per riemergere dal torpore, e sarebbe bene ricordarsene non solo in certi momenti del cammino politico. Saremo tutti attenti  quindi a ciò che accadrà nei prossimi anni, quando  saranno spenti i riflettori della campagna elettorale”.

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