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Serra, tanto Francesco e poco Matteo

Francesco Serra

Francesco Serra

Serra, tanto Francesco e pochissimo Matteo. Nel senso di Renzi. Giacché l’intervento di ieri pomeriggio al nuovo Teatro Tenda del cardiologo di Belcolle ha avuto ben poco a che vedere con quelli del sindaco di Firenze, capaci di entusiasmare e trascinare mezz’Italia.

Così, se il pupo toscano – durante la sua campagna per le primarie – affermava senza mezzi termini di ringraziare per quanto avevano fatto i vari D’Alema, Veltroni, Bindi, Finocchiaro (e anche Fioroni), ma di chiedere per loro il giusto riposo, il medico viterbese si è limitato a dire e non dire (quasi avesse timore di farlo), svolgendo con diligenza il compitino che s’era preparato, ma che non è riuscito a scaldare i cuori di quella sessantina di persone che avevano deciso di venirlo ad ascoltare.

Un discorso simile a un brodino, nel quale qua e là ha provato a mettere un po’ di sale. Come quando ha detto che lui ha deciso di candidarsi a sindaco da solo, nel senso che non uno dei dirigenti del partito glielo ha proposto, ma che lo hanno incoraggiato semplici iscritti e militanti e molti cittadini e cittadine.

Oddio, qualcos’altro Serra l’ha pure detto: “Vedo – ha affermato – che si sta ricostituendo un fronte che di fatto ripropone, anche nei personaggi, la Democrazia Cristiana di vent’anni fa. Ed è evidente che il Pd cittadino, nei suoi dirigenti, ne sia attratto. Questa ipotesi – ha ammesso Serra – ha un suo fondamento, giacché superata l’esperienza amministrativa del centrodestra degli ultimi vent’anni, ora si cerca di riannodare i fili al punto dove s’erano interrotti. Un ragionamento che fila, nello schema della città moderata”.

Serra ha detto di non essere interessato a tutto ciò. “Perché questa città – ha continuato – in vent’anni è comunque cambiata; perché in questo progetto mancano gli strumenti necessari per emanciparsi verso una prospettiva di crescita”. Poi la conclusione: “Io lavoro per il futuro, gli altri per il passato”. Oggettivamente un po’ poco per provocare lo spellamento delle mani da parte degli astanti.

Da registrare infine la presenza del segretario provinciale del partito Andrea Egidi. Il quale, dopo aver criticato un recente intervento di Filippo Rossi (altro candidato per il Comune, con la lista Monti), affermando: “Ma a lui l’ha scelto qualcuno?”, ha messo comunque un punto fermo sulle prossime primarie. Si faranno, come da copione. E in tanti si sono tranquillizzati.

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