A Villa Rosa si allungano i tempi per ripianare i buchi di bilancio. Lo ha esplicitato il direttore generale mario Sesana incontrando i medici della clinica convenzionata sulla Teverina. Inizialmente, la linea Maginot era prevista per giugno, ora il termine per risanare i conti è stato spostato a dicembre. Intanto, mentre ieri la proprietà (Congregazione delle suore ospedaliere) ha disdetto la riunione con le parti sociali, i lavoratori si sono riuniti in assemblea per fare il punto.
Nei giorni scorsi, Sesana ha convocato uno per uno quasi tutti i 180 dipendenti della struttura. Le proposte sul tavolo sono due: si tratta di un cambio contrattuale con l’alleggerimento del 25 per cento della busta paga, del ricorso al part-time e della messa in mobilità di 30 persone (13 tra infermieri e addetti ai reparti, 17 tra amministrativi e operai). L’alternativa sarebbe un aumento dei licenziamenti sino a 45.
“In generale, si è trattato di colloqui pacati. In alcuni casi, invece, ci dicono – afferma Giulio Spreghini della Cgil – che sono state fatte velate minacce mostrando la copia del nuovo contratto oppure la lettera di licenziamento qualora non fosse stato firmato. Stiamo verificando: se fosse vero, partirebbero subito le denunce”. E dalla Cisl Giampietro Brizi racconta di animi esasperati tra i dipendenti. “Lavorare con carichi aumentati perché lo scorso anno 25 colleghi non sono stati rinnovati e avere sempre la minaccia dei licenziamenti – afferma – significa fare male il proprio mestiere e non avere più serenità”.
Ad aggravare il clima, i dubbi che aleggiano intorno alle reali condizioni finanziarie della clinica. Nel 2012 i dipendenti ancora si dividevano il premio di produzione. Ora invece a sentire la proprietà – un ordine religioso la cui casa madre è in Spagna – la struttura sarebbe in tali cattive acqua da dover licenziare con conseguenze sui servizi al cittadino. “Senza personale non si riuscirà a garantire la qualità delle prestazioni. Il pericolo – sostengono i confederali – è che la clinica perda l’accreditamento perché non più in grado di rispettare i criteri regionali”.
Sullo sfondo, voci di un’attenzione speculativa sulla struttura che la proprietà non sarebbe così convinta di voler salvare, mentre un gruppo privato già avrebbe manifestato la volontà di acquistarla a prezzo più basso rispetto al reale valore di mercato. Di fronte a tale quadro, i sindacati premono per avere subito una convocazione da parte della proprietà, oltre a un incontro con il sindaco Giulio Marini, il prefetto Antonella Scolamiero e il commissario della Asl Antonio De Santis.