Il vecchio meccanico è andato in pensione. Sì, perché dallo scorso 5 gennaio è stato sostituito da una figura che unisce il meccanico e l’elettrauto: il meccatronico. La nuova legge, che sancisce l’evoluzione naturale del mestiere, era stata sollecitata dagli stessi imprenditori e dalle loro associazioni di categoria. Ma fino a ieri alcuni cavilli ne hanno reso difficile l’applicazione. In particolare, era di fatto sbarrata la strada all’apertura di nuove attività. I problemi sono stati finalmente superati, grazie all’intervento del ministero dello Sviluppo Economico, che ha accolto tutte le proposte presentate dalla Cna e ha emanato una circolare chiarificatrice, rimuovendo gli ostacoli alla nascita di imprese nel settore dell’autoriparazione.
In sintesi, se, grazie a una norma transitoria, chi già opera ha a disposizione cinque anni di tempo per seguire un corso e acquisire le nuove competenze, un giovane, operaio specializzato dopo cinque anni di lavoro in officina, non poteva invece iscriversi nell’Albo delle imprese artigiane e mettere su un’attività in proprio, poiché la legge prevede, al fini dell’iscrizione di una nuova impresa, la frequenza di un corso di formazione teorico – pratico che però non è stato ancora istituito.
“Questa situazione era paradossale perché, in una fase di grave difficoltà per le famiglie e in presenza di una disoccupazione record, si bloccavano i progetti di tanti giovani disposti a investire per il loro futuro e persino la trasmissione d’impresa da padre a figlio”, osserva Luigia Melaragni, segretaria della Cna di Viterbo e Civitavecchia. “a Cna nazionale ha dunque proposto al Ministero precise soluzioni, rivolte a consentire l’iscrizione dei neoimprenditori in attesa che le Regioni definiscano i corsi per le attività di meccatronica. Siamo soddisfatti per la risposta ricevuta in tempi tutto sommato rapidi, a conferma -conclude Melaragni- del valore dell’azione di tutela e rappresentanza delle imprese svolta dalla nostra associazione”.