La potatura: una vera e propria arte. “L’arte di modificare il modo naturale di vegetare degli alberi allo scopo di ottenere il più alto reddito dalla coltivazione”, spiegano i trattati di agronomia, aggiungendo che “molti tagliano, pochi potano”, due pratiche affatto diverse che conducono, ovviamente, a risultati diversi.
Tanti artisti delle cesoie e dei seghetti professionali si ritrovano oggi a Canino, patria dell’omonimo cultivar e cloni derivati (Leccino, Pendolino, Maurino e Frantoio), per dar vita al VI campionato regionale di potatura promosso da O.P. Latium, l’organizzazione che riunisce gli olivicoltori del Lazio.
In gara trenta potatori esperti, in rappresentanza delle cinque province laziali, Campo di contesa: l’azienda agricola “Il sole e la luna”, località Capacqua. La giuria sarà composta da agronomi guidati da Giorgio Pannelli dell’istituto di Olivicoltura di Spoleto. I primi cinque classificati difenderanno i colori del Lazio all’XI campionato nazionale che i terrà in Umbria.
L’importanza della potatura è nota fin dai tempi antichi. Sia autori greci che latini indicarono tale pratica agraria tra le principali attività per la coltivazione. Nel corso dei secoli la tecnica della potatura dell’olivo ha subito una evoluzione progressiva in correlazione con le condizioni economiche e le pratiche colturali.
“Gli interventi sulla pianta – spiega Pannelli – sono momenti di vitale importanza anche sotto l’aspetto di difesa del territorio ed è necessario che il produttore apprenda le tecniche di potatura idonee alla pianta in funzione di una migliore qualità dell’olio di oliva”.
“Il campionato – aggiunge Luciano Pasquini, assaggiatore d’olio – è una iniziativa lodevole cui seguiranno ulteriori appuntamenti nel Viterbese, mirate a sensibilizzare i consumatori e renderli consapevoli a riconoscere la differenza tra olio extra vergine di alta qualità, con la garanzia dell’origine e gli oli commerciali diffusi dalla grande distribuzione”.