12122024Headline:

Soltanto uno su tre ce la farà

primarie_pd_m5Con euro non si può comprare la felicità, o almeno dipende dallo spacciatore. Però con euro si può andare a votare oggi per le primarie del centrosinistra, quelle che sceglieranno il candidato sindaco alle prossime elezioni di fine maggio. Una tappa obbligata per chi coltiva il sogno vagamente autolesionista di guidare la città, in attesa di cimentarsi con le urbe vere, quelle del 26 e 27 maggio, e magari con i tempi supplementari del ballottaggio. Ma senza guardare troppo in là – ci sarà tutto il tempo per imbastire la campagna elettorale vera e propria – quello di oggi resta un appuntamento cruciale. E non solo per il centrosinistra, visto che anche gli aspiranti sindaci di altre formazioni (dall’uscente Marini ai giovani virgulti Rossi e Frontini fino alle iene a cinque stelle) seguiranno con curiosità ciò che avverrà oggi.

I candidati sono tre. All’inizio, e soltanto per un battito di ali di farfalla, ce n’era pure un quarto, Massimiliano Capo, poi ritiratosi. Sono rimasti in corsa Leonardo Michelini, Francesco Serra e Raffaella Valeri, citati seguendo l’ordine alfabetico e alla faccia della cavalleria, che magari consiglierebbe di dare la precedenza alla Valeri, in quanto unica donna.

Leonardo Michelini

Leonardo Michelini

Leonardo Michelini si presenta da apolide. Perché non è iscritto a nessun partito, benché qualcuno avesse  provato invano a imbarcarlo nel Pd. Michelini ha resistito, e piuttosto che farsi marchiare a pelle ha preferito allestire una sua lista civica. Nome vagamente wendersiano, nel senso del regista Wim: “Oltre le mura”, per dare un senso di profondità, di orizzonti, di apertura verso il fuori piuttosto che di arroccamenti verso il dentro. Nonostante il tentativo di smarcamento, però, intorno al nostro hanno continuato ad aleggiare etichette pesanti, sponsor inquietanti, ombre di padrini: “E’ sempre il candidato di Fioroni, Gigli e Sposetti”, dicono e scrivono. “E’ un vecchio arnese di una politica altrettanto vecchia”, malignano. Eppure Michelini non si è mai scomposto: ha incassato con stile (perché lo stile non gli manca) e si è limitato a rispondere, appena giovedì scorso, con una  carezza: “L’unico cappello che ho portato in vita mia è stato quello della Coldiretti”. E qui apriamo la parentesi biografica, perché Michelini è stato il presidente provinciale della Coldiretti, ha un’azienda vivaistica florida (è il caso di dirlo), è pure ingegnere, e non rinnega l’esperienza politica con la Dc, ad inizio anni Novanta, quando fu consigliere comunale. Acqua passata per lui, non per i complottisti di cui sopra. Il programma? Michelini parla di associazioni da ascoltare, di sguardo da allungare oltre le mura, di patrimoni da valorizzare non in competizione con Roma o col resto della regione, ma in armonia. Nel corso della campagna elettorale, ha cercato di fare quello che qualcuno sperava facesse: intercettare i voti moderati, cattolici e della classe medio alta. E ha pure convinto una discreta fetta di Futuro e libertà, quella che fa capo a Marco Ciorba e che non ha seguito Filippo Rossi in un’altra avventura civica.

Francesco Serra

Francesco Serra

Francesco Serra è un candidato più politico di Michelini, almeno sulla carta. Perché è consigliere comunale in carica e lo rivendica anche con un certo  orgoglio. Come rivendica il fatto di essere l’unico a provenire dal Pd e l’unico ad aver portato avanti certe battaglie dall’interno. Il paradosso è che confida nei voti dei democratici, ma non è appoggiato da alcun dirigente di peso. “Per Fioroni la mia candidatura è un disturbo, mentre Sposetti non mi ha né ostacolato, né appoggiato”. Logico, visto che secondo le solite semplificazioni giornalistiche Serra è considerato un renziano, e in fondo l’atteggiamento dei due big nei suoi confronti è lo stesso che sfoggiano nei confronti del sindaco di Firenze. In questo, almeno, Peppe e Ugo sono coerenti. Accenni di renzismo appaiono comunque chiari in certi atteggiamenti di Serra: dalla comunicazione sul web (la migliore tra i candidati alle primarie), ai caratteri scelti per i manifesti elettorali. Nella vita di tutti i giorni Serra è medico cardiologo (pure bravo, dicono) e anche questo è un titolo che rivendica: “Vengo anch’io dalla società civile, e solo perché faccio politica da tempo non debbo essere considerato incivile”. E’ stato il primo ad uscire allo scoperto, scegliendo come location la frazione di Bagnaia. E in effetti nel programma di Serra, che vive a San Martino, le frazioni meritano un’attenzione particolare. Così come non mancano i riferimenti alle nuove tecnologie – dal wi-fi gratis nelle piazze all’informatizzazione della burocrazia comunale – e ai temi ambientali e delle infrastrutture. Spera di prendere i voti del Pd, Serra, ma rischia di incassare anche i consensi degli elettori del centrodestra, che secondo una leggenda metropolitana delle ultime ore sarebbero stuzzicati da un progettino malefico: andare a votare Serra per far perdere Michelini (o comunque indebolirlo) e sparigliare le carte in tavola. Staremo a vedere.

Raffella Valeri

Raffella Valeri

Ultima, ma come si diceva soltanto per questioni d’alfabeto, arriva Raffaella Valeri. Avvocato, splendida quarantenne (per dirla alla Moretti), vittima di certe battute machiste anche nelle redazioni dei giornali, battute che una come lei – bel caratterino – non prenderebbe certo bene. Valeri, pur non essendo iscritta, corre per i colori di Sinistra e libertà, magari nella speranza di proseguire la striscia rosa che ha portato un’altra signora in rosso, Laura Boldrini, alla presidenza della Camera. Dei tre candidati è lei la meno legata alla politica, almeno nel senso classico del termine. E di sicuro non è legata agli apparati: “Perché io ho sempre fatto politica, a scuola, al lavoro, nel quotidiano”, ha detto proprio a Viterbopost. E promette di non lasciarsi “imbrigliare dalle logiche di partito”. Negli ultimi giorni Valeri ha ricevuto diversi endorsment da esponenti della cultura, che non ci stanno mai male, ed è incappata in qualche svarione sul tema dell’housing sociale, vale a dire l’idea – abbastanza utopistica – di rilanciare il centro storico attraverso il recupero dei vecchi edifici, la ridestinazione d’uso di altri e una serie di agevolazioni fiscali ed economiche per chi decide di tornare a vivere in centro e lavorare. “Lo ha già fatto il Comune di Caltanissetta”, ha spiegato la candidata. Nota curiosa: Valeri non è una di quelle che affidano ad internet la risposta a tutti i problemi (anche) della politica. Ma anzi, confida in una riscoperta degli incontri e dei confronti di persona, delle competenze, dell’informazione. Chances di vittoria? Basse, dicono i soliti beninformati. Ma i precedenti di Pisapia, di De Magistris, dello stesso Vendola, dei “candidati alternativi”, insomma, lasciano aperti alcuni spiragli, anche se Viterbo non è certo una piazza sperimentale.

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19   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    L’unico voto valido: contro Peppe Bucia Fioroni e il suo candidato civico (sic) Michelini.

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