No, non è una preziosa mattonella in ceramica lavorata e dipinta rigorosamente a mano. E neppure una targa bronzea forgiata in bassorilievo. E’ semplicemente un pezzo di plastica (sicuramente di prima qualità) su cui è stampato un numero civico. Che, nei giorni scorsi, un solerte operaio dell’azienda Silimbani Servizi ha appiccicato, con una bella spruzzata di silicone, agli ingressi di ville e villette del quartiere residenziale di Pian di San Martino, situato alla periferia di Vetralla (tempo occorso per l’operazione: circa 20 secondi). Giacché l’agglomerato, fino a due mesi fa, era sprovvisto di toponomastica, ma il Comune ha deciso di por fine a questa lacuna dando il nome alle tre vie esistenti: via degli Ulivi, via dei Peschi e via del Mandorlo. Nomi che – va sottolineato – si addicono a un ambiente dove il verde certo non manca.
Bene. Insieme alle vie sono stati apposti anche i numeri civici (del resto non poteva essere altrimenti), ma la sorpresa per gli abitanti della zona è arrivata proprio in questi giorni, quando si sono visti recapitare un bollettino di conto corrente con cui il Comune ha deciso di far pagare agli utenti il costo del quadratino di plastica: 39,14 euro a targhetta. E, per quelli che di ingressi ne hanno due il costo s’è raddoppiato.
Va detto che, a occhio e croce, il valore del pezzo di plastica iper-pregiato non dovrebbe superare i 5 euro. E allora si può ipotizzare che a portare così in alto il costo sia stato lo specialissimo silicone usato per l’appiccicamento (nei supermercati, quello comune, si trova a 3-4 euro al flacone), oppure ancora l’alta professionalità dell’operaio che ha spruzzato la sostanza collante con una destrezza fuori del comune.
Oppure – ma qui entra in campo la malignità umana – c’è da pensare che il Comune di Vetralla, dove già l’Imu sulla prima casa è stata fatta pagare con l’aliquota del 5,9 e la Tarsu è a livelli altissimi (chissà cosa accadrà quando arriverà la Tares), abbia pensato di raggranellare un altro po’ di soldi inventandosi questo nuovo balzello a spese dei cittadini senza numero, oggi però numerati.
Del resto, il sindaco Sandrino Aquilani ha già detto in tutte le salse che la colpa è del Governo, con i suoi continui tagli, che costringe i sindaci ad aumentare le imposte. E allora, ogni occasione – anche la più banale – è buona per far cassa. Tanto, che volete, è sempre una questione di numeri.
Il Sor Sandrino si conferma ancora una volta quella gran sòla e quell’analfabeta politico che è sempre stato. Quando se ne accorgeranno finalmente anche gli elettori vetrallesi?