A Villa Rosa tira aria di protesta. L’11 giugno i 191 lavoratori scenderanno in piazza per dire no al licenziamento collettivo per 73 di loro, a cui la proprietà vorrebbe procedere per risanare i debiti. I sindacati, però, smentiscono la Provincia italiana della congregazione delle suore ospedaliere del sacro cuore di Gesù: “Gli esuberi non ci sono e il deficit è inferiore a quanto dichiarato”, sostengono. L’appuntamento è alle 9,30 in piazza san Lorenzo per poi proseguire sin sotto il Comune.
I numeri sono pesanti e testimoniano un indubbio stato di sofferenza. Le perdite riportate ammontano a 2.487.708 euro nel 2009 (i ricavi sono arrivati a 9.937.026 euro, mentre la spesa per il personale è stata di 8.793.022 euro; a 2.674.861 nel 2010 (la prima voce è aumentata a 10.326.292 e la seconda a 9.487.595); a 2.551.762 nel 2011 (10.706.216 l’una, 10.053.643 l’altra). “Nel 2012 – si legge in un documento della proprietà – anche a seguito di alcuni interventi di contenimento della spesa (contratti a termine non rinnovati, ndr) si stima una chiusura definitiva del bilancio con la perdita di 1.955.477 euro”.
Per risollevare i conti, la direzione ha proposto di licenziare oltre un terzo del personale sarà licenziato, chiudere tre reparti (trattamenti psichiatrici intensivi, terapeutico-riabilitativi estensivi e la struttura residenziale socio-riabilitativa h24) ed esternalizzare il laboratorio analisi e la radiologia. Previsto anche il ridimensionamento dei servizi ausiliari (autisti, addetti al centralino e alla manutenzione del verde) nonché dei servizi di accettazione e contabilità, la cessazione dei servizi di assistenza alla comunità religiosa ospitata a Viterbo e l’esternalizzazione dei servizi di portineria.
“Le nostre sollecitazioni e i nostri tentativi di risolvere la vertenza – sostengono Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fials – non hanno sortito nessun effetto. Grave è anche la scarsa trasparenza della vicenda, nonostante si tratti di una struttura religiosa”. I sindacati nelle scorse settimane hanno chiesto l’intervento del vescovo di Viterbo. “Finora però – concludono – non abbiamo ottenuto risposta”.