Imprese che rischiano di chiudere, occupazione a livello sempre più allarmante, fatturati in calo: questo il quadro economico della Tuscia tracciato dal presidente della Confesercenti di Viterbo, Vinicio Di Girolamo.
“I dati sull’occupazione, sui fatturati, sul credito, sugli investimenti, ma più ancora il nostro contatto quotidiano con le imprese ci dicono con chiarezza che la situazione economica è ancora assai pesante e che sono necessarie misure urgenti per favorire la ripresa dell’economia, dei consumi e dell’occupazione. Poi c’è la questione annosa dell’accesso al credito sia per le famiglie, sia per le imprese, sempre più difficile e comunque troppo oneroso”.
Quali provvedimenti da richiedere per il rilancio dell’economia il presidente della Confesercenti ha indicato “la riduzione dell’Irap, dare credito alle imprese che hanno sempre più difficoltà dell’accesso; sviluppare le imprese sostenendo il mercato del lavoro (intervenire, dunque, sul costo del lavoro con incentivi a lungo termine); scongiurare l’aumento dell’Iva; più investimenti per le infrastrutture nei territori che sono rimasti indietro, individuando priorità sui progetti e ritenuti strategici per la Tuscia. Non possiamo permetterci più – ha concluso Di Girolamo – di aspettare e di vedere inermi la perdita di vite umane per la disperazione che assilla i nostri imprenditori. Proprio per questo chiediamo con forza a tutte le istituzioni interessate e coinvolte in tutti i livelli di fare presto e istituire un tavolo tecnico di concertazione che dia risposte in tempi brevi per evitare l’ecatombe di imprese e soprattutto evitare altre morti inutili che lasciano tutti sgomenti”.
Al presidente della Confesercenti, fa eco il direttore sviluppo Confesercenti di Viterbo, Vincenzo Peparello, secondo il quale, rifacendosi ad una recente indagine dell’associazione, “la crisi prolungata minaccia la desertificazione delle città italiane. Se il trend di chiusure delle imprese registrato nei primi quattro mesi dell’anno – afferma Peparello – dovesse continuare allo stesso ritmo ci ritroveremmo al primo gennaio 2014 dove la faccia dei centri urbani apparirebbe decisamente cambiata e più buia rispetto a dicembre 2012 con bar, locali, ristoranti, negozi di abbigliamento decimati dalle chiusure. Bisogna, dunque – dice il direttore – ridare il giusto potere di acquisto ai salari e contestualmente ridurre la pressione fiscale e il costo del lavoro per le imprese”. Secondo Peparello, il futuro della Tuscia “può diventare competitivo con il raggiungimento di un accordo tra pubblico e privato per accompagnare le imprese e rilanciare l’internazionalizzazione. Per quanto riguarda il turismo – dice sempre Peparello – è urgente riempire questa parola di contenuti, fornire al territorio gli elementi essenziali per avere un prodotto capace di stare sul mercato. Tutto questo è possibile creando una task force che comprenda enti locali e associazioni delle imprese per un patto per lo sviluppo del settore capace di individuare le priorità sia sui progetti strategici, sia per la ricerca delle risorse disponibili nell’immediato, pena la fuoruscita dai processi di sviluppo sia a livello nazionale che internazionale con conseguente crisi irreversibile. Bisogna accorciare i tempi per la realizzazione delle infrastrutture. E’ urgente e strategico, per la Tuscia, il completamento della Trasversale e la realizzazione di una ferrovia con caratteristiche di metropolitana di superficie, l’ interporto di Orte e altre infrastrutture di collegamento. La programmazione del governo per quanto riguarda le opere pubbliche sia decennali che quelle a medio termine (2017) – conclude il direttore – riteniamo che non sia idonea in questo momento a frenare le centinaia di migliaia di imprese che continuano a chiudere con conseguente impoverimento dei territori, delle famiglie, perdita di Pil e posti di lavoro”.