Quelli che a seguito del ballottaggio (9 e 10 giugno) che ha impalmato Leonardo Michelini nuovo sindaco del capoluogo in nome e per conto del centro sinistra, hanno commentato, interpretato, spiegato, chiarito, illustrato, annotato, chiosato, glossato, postillato, imprecato etc. etc.
Quelli che “Leonardo è un mio uomo? E’ una cosa che non esiste. Quante volte lo cercherò al giorno? Io non chiamo nessuno: sono a disposizione” (Peppe/Beppe Fioroni, deputato del Pd).
Quelli che, in vista della formazione dell’esecutivo, avvertono: “ora festeggiamo, da domani si litiga” (Francesco Serra, primo degli eletti del gruppo del Pd con 882 voti).
Quelli che, sempre in vista della formazione della giunta, scandiscono la linea: “Non ci devono essere amministratori di centro destra: o noi o loro” (Umberto Cinalli, coordinatore di Sinistra Ecologia e Libertà).
Quelli che, avendo la precipua competenza di nominare la squadra di governo, mandano tosto a dire che “la giunta? I partiti rimarranno fuori dalle mie decisioni” (il sindaco Leonardo Michelini).
Quelli che sono passati da uno schieramento all’altro con un eccellente salto mortale e mezzo rovesciato con tre avvitamenti in posizione libera: “Io a disagio? Macché ora mi diverto con i miei vecchi amici” (Goffredo Taborri, consigliere eletto con la lista del neo sindaco ”Oltre le mura”, già consigliere e assessore con la gualdrappa di varie formazioni di centro destra).
Quelli che, durante le fatidiche ore dello spoglio, hanno smoccolato in silenzio, non evitando di imprecare contro il destino cinico e baro: “Neanche la soddisfazione di vedere una sezione in cui siamo in vantaggio…” (Giovanni Arena, già assessore e consigliere del Pdl per tanti anni, non rieletto).
Quelli che, non potendo più dare cattivi esempi, dispensano (gratuitamente) ottimi consigli: “Bisogna accettare la sconfitta” (Maria Antonietta Russo, già consigliere e assessore del Pdl, non rieletta).
Quelli che, sconfitti al ballottaggio, hanno audodettato il proprio epitaffio politico-amministrativo: “Non ho nulla da rimproverarmi, ho fatto fino in fondo il mio dovere, mai arretrando da valori come onestà e dignità, cardini della mia vita” (Giulio Marini, sindaco in carica dal 30 aprile 2008 al 10 giugno 2013).