“Qui veramente rischiamo la rivolta sociale”. Miranda Perinelli, segretario della Cgil, torna a puntare il dito contro quel meccanismo infernale di burocrazia incrociata che comporta fino a sette mese di ritardo nel pagamento del primo assegno di cassa integrazione. Parliamo della cig e della mobilità in deroga, concesse dalla Regione Lazio che poi fatica a lavorare le pratiche perché c’è poco personale. E le pratiche arrivano tardi all’Inps, a sua volta a corto di dipendenti. Il risultato è che migliaia di persone restano per mesi senza alcun tipo di sostegno al reddito.
Segretario, quanti sono i viterbesi coinvolti?
“Parliamo di oltre 2mila persone che non sanno come fare la spesa”.
Ma non era stato siglato un accordo con le banche per l’anticipazione della cig?
“Sì, ma nella Tuscia solo due istituti hanno dato seguito all’impegno: la Banca di Viterbo e il Credito cooperativo di Barbarano Romano”.
Quanti mesi passano prima che un lavoratore al quale è stato riconosciuto l’ammortizzatore sociale riceva qualche soldo?
“Almeno parecchie settimane. In alcuni casi, alcuni cassa integrati da gennaio ancora non hanno ottenuto nemmeno un euro”.
Cosa può fare la Regione?
“Aumentare il personale addetto alla lavorazione delle delibere. Questa è una vera emergenza, come tale dovrebbe avere la precedenza su tutto il resto. Invece, pare che non sia così”.
Eppure proprio l’ente di via Cristoforo Colombo ha prorogato sino a settembre la cig in deroga.
“Sì, e di questo non possiamo che essere soddisfatti. Anche se non si può continuare a procedere di mese in mese. E, soprattutto, chi ci amministra dovrebbe rendersi conto che qui rischiamo una rivolta”.
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