“Per adesso non mi dimetto”. Giammaria Santucci, dopo averle annunciate (proponendo come suo sostituto Paolo Barbieri) adesso le tiene in caldo. Cosa? Le dimissioni da assessore provinciale ai lavori pubblici ovviamente. In attesa degli eventi e che Marcello Meroi sbrogli una matassa che appare con molti nodi da sciogliere. Perché lui, come annunciato, le dimissioni le vuole dare, ma solo se al suo posto subentra Barbieri.
Meroi però, non sembra intenzionato più di tanto a farsi stritolare dalla tenaglia della politica dell’io do una cosa a te se tu dai una cosa a me e, per non saper né leggere, né scrivere, dopo le dimissioni (quelle formalizzate) di Paolo Bianchini ha avocato a sé anche le deleghe di Santucci. Per farne cosa? Semplice: per ridisegnare una giunta tutta nuova, che al momento rimane top secret.
Ma la strada, almeno a sentire il leader di palazzo Gentili, sembra tracciata. “Formulerò una proposta di esecutivo – dice al telefono – agli inizi della prossima settimana, e la sceglierò secondo i criteri che la legge dà ai presidenti di Provincia. Insomma, se mi è consentita la battuta, userò il metodo Michelini. Dopodiché starà ai partiti di maggioranza assumersi le proprie responsabilità. Anche perché- prosegue Meroi – al di là delle persone, penso di proporre alcuni punti qualificanti di programma sui quali ognuno potrà fare le proprie valutazioni”. Come dire: e non è detto che i sì debbano venire per forza dalla maggioranza attuale. Del resto, l’attuale governo Letta docet.
Chi rischia di rimanere col cerino in mano insomma, è proprio l’Udc, anche se il capogruppo Francesco Bigiotti l’altro giorno ha provato a fare la voce grossa e mantiene le sue posizioni. “Il quadro politico non è cambiato – dice – quindi il numero di assessori deve rimanere quello. Se uno esce un altro entra. Se poi il presidente intendesse prendere decisioni diverse, allora valuteremo la cosa e decideremo se essere d’accordo o meno”. Che tradotto dal politichese vuol dire: “Caro presidente, attento a quello che fai perché potremmo anche passare in minoranza. Dopodiché potrai sempre rivolgerti al Pd, oppure si va tutti a casa”.
In attesa degli sviluppi c’è da registrare però il nuovo annuncio di Enrico Letta e del suo Governo, che proprio ieri hanno riproposto l’abolizione delle Province da realizzarsi stavolta attraverso un disegno di legge costituzionale, per evitare nuove tagliole da parte della Consulta. Letta ha sollecitato tempi brevi per il provvedimento (come è noto ci vogliono due letture alla Camera e due al Senato)in modo tale da chiudere bottega (o meglio, le 107 botteghe) entro il 2014.
Motivo in più per non perdere tempo. Chi vuole a tutti i costi la poltrona si sbrighi, che poi la portano via.
A’ Merò, fai piagne, anzi ride.