Tutto pronto per la trasferta di Caffeina da Viterbo a Pienza (in provincia di Siena, già Corsignano, fu ribattezzata con l’attuale nome da Papa Pio II Piccolomini, 1405-1464, dopo la innovativa riqualificazione urbanistica voluta dallo stesso pontefice, patrimonio dell’Unesco dal 1986).
Le vie e le piazzette del borgo toscano ospiteranno, il 14 e il 15 settembre, la prima edizione dell’Emporio letterario organizzato dal Comune di Pienza in collaborazione con la Fondazione Caffeina Cultura.
Tanti i nomi illustri che animeranno i dieci incontri. Questo il programma.
sabato 14 settembre 2013:
14:30 Largo della Chiocarella. Roberto Cotroneo parla del libro “Betty” (Bompiani) in uscita l’11 settembre. Direttore della Scuola superiore di giornalismo della Luiss, critico letterario, giornalista, scrittore, il suo ultimo libro è un giallo in cui Simenon si improvvisa Maigret. Racconta di un’apparizione e di una repentina sparizione, quella di Betty, donna giovane, avvenente, ossessionata. Un caso giudiziario, le contraddizioni della vita, il mondo dei perdenti, tutto racchiuso in questo noir che racconta come si possa scambiare la letteratura con la vita, le parole con i fatti.
16:00 Chiostro Piccolomini: Luciano Canfora parla del libro “La guerra civile ateniese” (Rizzoli). Filologo classico, storico, collaboratore del Corriere della Sera, autore tradotto in tutto il mondo, Canfora, a partire dall’opera di Senofonte, fa riaffiorare gli snodi drammatici che segnarono l’epilogo fratricida della guerra contro Sparta. Tutte le tappe di quella tragedia politica – l’elezione dei trenta tiranni, la riscossa dei partigiani, la falsa riconciliazione, l’utopia omicida – sono raccontati magistralmente dalla penna del grande antichista.
17:30 Piazza San Carlo: Gianluca Nicoletti parla del libro “Una notte ho sognato che parlavi” (Mondadori). Come si diventa genitore di un ragazzo autistico? Si impara, come tutto. Lo racconta in modo ironico, per sdrammatizzare, Gianluca Nicoletti, editorialista de La Stampa, scrittore, conduttore televisivo e radiofonico e padre di Tommy, ragazzo speciale che interagisce solo con chi vuole lui. Un libro d’amore per condividere un’esperienza di vita che dimostra che le parole non sono l’unica forma di espressione.
19:00 Piazza Pio II: Vittorio Sgarbi parla del libro “Nel nome del figlio” (Bompiani). Critico e storico dell’arte, curatore di numerose mostre in Italia e all’estero, personaggio istrionico e imprevedibile, in questo libro spiega come e perché Gesù – figura che fa intrecciare il tempo e l’eterno, la visibilità e il mistero – abbia sedotto da venti secoli artisti e scultori diventando protagonista dei più grandi capolavori dell’arte. Da quella paleocristiana a quella impressionistica.
21:00 Piazza Pio II: “Incanto e paura. Mito e sogno nel Cavallo di Troia”. Letture di Donatella Finocchiaro da Nel ventre (Bompiani) di Sergio Claudio Perroni. Interviene l’autore. Tre guerrieri e una donna, un cavallo e una destinazione. Il destino. La paura di morire e quella di vivere. Ecco il mito senza tempo del cavallo di Troia raccontato attraverso gli stati d’animo degli eroi achei racchiusi nel suo ventre. A penetrare così a fondo l’animo umano è Perroni – traduttore, autore teatrale e romanziere. Un libro emozionante che si fa ancor più toccante, grazie alle letture della bella Finocchiaro, attrice siciliana di gran carisma, che ha lavorato tra gli altri con Allen, Andò, Tornatore e Battiato.
Domenica 15 settembre 2013
14:30 Largo della Chiocarella: Catena Fiorello parla del libro “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” (Rizzoli). Basta un piatto come quelli che solo mamma sa fare, a volte, per rivivere la spensieratezza ingenua dell’infanzia. Catena Fiorello, scrittrice e sorella d’arte, a partire dalle ricette fantasiose che venivano consumate alla sua tavola, recupera il suo passato in questo diario intimo, commovente, affollato di personaggi e profumi e racconta la bellezza della sua Sicilia, il piacere di una cucina vissuta, il calore inestimabile di una famiglia unita.
16:00 Chiostro Piccolomini: Piergiorgio Odifreddi in “Come stanno le cose. Il mio Lucrezio, la mia Venere”. Riflessioni laiche sul De rerum natura. «Hominum divumque volutas», si apre con questa invocazione a Venere il De rerum natura di Lucrezio. Proprio rileggendo questo capolavoro geniale considerato il primo manifesto della scienza, Odifreddi – matematico, logico, saggista e autore di bestseller – coglie lo spunto per parlare di origine del mondo e filosofia, psicologia e chimica, arte, biologia e superstizione.
17:30 Piazza San Carlo: Carlo Freccero in “Televisione oggi e domani”. Incontro a margine del libro “Televisione” (Bollati Boringhieri). Da quella di classe a quella del consenso, a quella attenta alla moltitudine che abbiamo oggi, la televisione è cambiata. E soprattutto: la televisione ci ha cambiati. Chi poteva raccontare i mutamenti e le ricadute di essa sulla realtà italiana se non l’intellettuale della tv? Già. Carlo Freccero – che ha attraversato Fininvest, Rai, il satellite, il digitale – lo fa come nessuno mai. In modo illuminante e provocatorio, con inventiva indomita e ferrea conoscenza.
19:00 Piazza Pio II. “Inferno. La commedia del potere in forma di concerto”, di Tommaso Cerno, voce narrante, Gualtiero Bertelli, voce, chitarra e fisarmonica, Rachele Colombo, voce, percussioni, chitarra e mandola, Paolo Favorido, voce e tastiera. A settecento anni di distanza da Dante, ora tocca a Tommaso Cerno esplorare l’inferno. Sorpresa: è popolato da tutti i politici della Seconda Repubblica, da Fini a Bossi, da Grillo a Berlusconi. Nessun problema, tanto al suo fianco c’è il più inossidabile, Giulio Andreotti. Ecco gli ultimi vent’anni della politica italiana in uno spettacolo di musica e versi, racconto e narrazione, moderni dannati e nuovi contrappassi. Ciliegina sulla torta: le vignette di Makkox ad illustrare il viaggio.
21:00 Piazza Pio II. “Tefteri. Il libro dei conti in sospeso” (il Saggiatore): Vinicio Capossela, voce e chitarra, Peppe Frana, oud e altri strumenti, Alessandro Stefana, chitarra. Racconto, divagazione, discussione, disquisizione musicale, viaggio, impressioni, la Grecia del tracollo finanziario raccontata dal Vinicio poeta che ha catturato visioni, ebbrezze, magie e illusioni su un piccolo taccuino, il suo Tefteri. Una Grecia inedita, sofferente e fiera, che riscopre il rebetiko come musica della krisis. Una musica dell’assenza, nata dalla rabbia e dalla nostalgia di un popolo che nel 1922 si trovò sradicato e straniero in patria. La musica che farà da colonna sonora al reading del grande Capossela.
Per maggiori informazioni: www.emporioletterario.it
Info: tel. 0761 970056; fax 0761 970057; web www.caffeinacultura.it
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Quanta gente ha aderito come socio quest’estate per promuovere la cultura a Viterbo con Caffeina? Questo è quel che promettevano. Invece ancora un’altra bugia. Si promuove la cultura in terra senese…
Rimanessero pure a Pienza, nessuno sentirà la mancanza della pseudo cultura di Filippo Rossi da Trieste e del suo esercito di ottusi e illetterati.
idem…
Caro Giorgio Molino, seguo questo sito come altri di informazione viterbese e non ho potuto fare a meno di notare che tu l’hai presa proprio a cottimo con quasi tutto ciò che riguarda Viterbo, i viterbesi, chi scrive di Viterbo, chi la amministra..e chi più ne ha più ne metta. Allora mi è venuto da pensare: ma perché non te ne vai da Viterbo se la disprezzi così tanto? O meglio ancora: perché non fai qualcosa che sia innovativo e più costruttivo di criticare giudicare e demolire?..oppure, ma forse entro troppo nel personale: ma perché non rendi migliore la tua vita così magari ti verrebbe più semplice non schifare quella degli altri e forse, dico forse, saresti meno inc…..
idem…
Cara Alessia Bardi, unicuique suum. E’ latino, se non sa tradurlo chieda aiuto al noto letterato e intellettuale Filippo Rossi da Trieste.
Che tristezza, comunque, i filippini. Almeno il loro duce qualche risata (involontaria) la strappa, loro invece, pori cocchi, si prendono così sul serio… Sono in missione per conto del loro dio Filippo Rossi da Trieste.
Caro Giorgio Molino, la sua insidiosa, costante, martellante, spesso inutile vena polemica lascia pensare che lei … non abbia davvero niente da fare nella vita se non guardare le vite altrui!
Cara Alessia Barni, le sue amenità non sono neppure troppo originali, ma le do ugualmente un consiglio da amico, anzi da padre: lasci perdere le polemiche bamboccesche e ritorni a giocare con il kit del piccolo filippino.
Cara
Alessia Barni, se avessi avuto una figlia affetta da kaffeinite acuta (malattia veramente esiziale e incurabile, mi creda) come lei, sicuramente avrei tentato in tutti i modi di disintossicarla e, altrettanto sicuramente, avrei avuto meno tempo per vergare le mie critiche (sacrosante, legittime e democratiche: dove non è permesso criticare, anche in maniera pesante e dissacrante, non esiste infatti né legge né democrazia, se lo metta bene in testa, sempre che ne abbia una e non si serva esclusivamente di quella – un po’ fascista – altrui) qui e altrove. E comunque, non si preoccupi, non ho alcuna intenzione di farle da padre putativo o di adottarla (alla mia età, poi…). Tanto più che lei già si è scelta un padre putativo che, fortunatamente per lei, non è un preveggente dio Giano, bensì solo un politicante voltagabbana e avido come Filippo Rossi da Trieste. E ora torni pure a giocare con il kit del piccolo filippino. Sempre se le aggrada, of course.