L’emporio era pieno. E non c’era niente da comprare perché questo Emporio letterario di Pienza è gratis: due giorni di incontri, dibattiti, presentazioni a tema culturale nello scenario unico di Pienza, la perla della Val d’Orcia. Ecco, nel centro storico – patrimonio dell’Unesco dal 1996 e uno degli esempi più fulgidi di urbanistica rinascimentale – è andata in scena questa manifestazione che incrocia i suoi destini anche con Viterbo, oltre cento chilometri più a sud, lungo la Cassia. Un filo rosso culturale griffato Caffeina, visto che il festival viterbese ha ricevuto dal Comune toscano l’onere e l’onore di organizzare l’Emporio. Sia detto subito che la prima edizione è andata alla grande, “un successo di critica e di pubblico”, come dice la formula. “Un’esperienza bellissima”, come ribadisce anche la stessa Caffeina sui social network. E bravi.
Ma dalla due giorni senese è uscita fuori anche una notizia niente male. E cioé l’endorsement pubblico di un pezzo grosso del panorama culturale italiano come Vittorio Sgarbi in favore di Caffeina. E’ l’ultima puntata – e sicuramente la più fragorosa – di una vicenda che da qualche giorno alimenta il dibattito dentro le antiche mura medievali viterbesi. Breve riassunto delle puntate precedenti: il presidente della Fondazione, Michele Pepponi, chiede maggiore attenzione da parte delle istituzioni locali nei confronti di Caffeina, magari aprendo un tavolo, un dialogo. Perché con le condizioni attuali il Festival rischia di trasferirsi altrove. I commercianti del centro storico si schierano compatti contro l’ipotesi di un addio del carrozzone rossonero, con la sacrosanta motivazione che Caffeina è fondamentale per la sopravvivenza della città, e delle attività commerciali in centro. Il sindaco Michelini, dal canto suo, promette di occuparsi della questione. E adesso, ecco Vittorio Sgarbi.
Che in un’intervista video realizzata proprio nel fine settimana a Pienza, non la prende troppo alla lontana. Anzi, entra subito in medias res: “Caffeina è vitale per Viterbo, così come il festival dei Due Monti è vitale per Spoleto – dice il critico d’arte, con la sua consueta eloquenza – Parliamo di una città, Viterbo, che ha vissuto a lungo assopita e tranquilla, sia perché questa è la realtà della provincia, sia perché è vicina a Roma, sia a causa dell’inettitudine della maggior parte dei suoi amministratori. Viterbo si accende e si sveglia solo grazie a Caffeina, e stiamo parlando di un posto stupendo, tra le più belle città d’Italia e di sicuro la seconda del Lazio dopo Roma, che pure ha un’offerta e una continuità di iniziative non paragonabili con un centro di dimensioni ridotte”.
Dunque, Caffeina è vitale. Ma Sgarbi non si ferma qui, e affonda: “Soprattutto, Viterbo deve anche vedersela con alcune situazioni assurde, e penso ai capolavori di Sebastiano del Piombo, ostaggi di un museo (quello civico, ndr) chiuso a causa delle scelte della Sovritendenza, che sono un vero è proprio delitto contro la civiltà. E se Pienza, grazie all’Emporio, viene sollevata dalla sua dimensione, ecco che Viterbo con Caffeina può davvero essere riscattata e valorizzata”. Parola di Sgarbi e, conoscendolo, guai a contraddirlo. C’è il rischio concreto di sentirsi urlare contro “capra, capra, capra”.
Di Sgarbi è memorabile, e facilmente reperibile in rete, il faccia a faccia con Filippo Rossi da Trieste durante la trasmissione televisiva “Ultima parola”, in cui annichilì il condottiero kaffeinomane definendolo ripetutamente una nullità (ma il linguaggio era molto più colorito). Caro Sgarbi, non si lasci fuorviare: kaffeina è roba da capre. Basta vedere i kaproni che ne sono i tenutari per capirlo.