Raccontano le cronache che durante l’ultima seduta di consiglio comunale il consigliere di FondAzione Giammaria Santucci abbia fatto un appassionato intervento per censurare l’operato della Merkel viterbese Luisa Ciambella, la quale ha chiesto alla Provincia di saldare un debito di 78 mila euro relativo al pagamento del canone di locazione per i locali dell’ex Tribunale.
Nel suo eloquio Santucci ha stigmatizzato l’errore politico della vicesindaca, dal momento che – essendo tutti gli enti pubblici in difficoltà economica – è prassi che i debiti non si paghino o si paghino in ritardo, è prassi che i finanziamenti per le opere (ad esempio da parte della Regione) non arrivino o arrivino in ritardo, è prassi che gli enti locali (ma anche lo Stato) non paghino o paghino in ritardo le imprese che hanno portato a termine lavori per la pubblica amministrazione. Tanto che Enrico Letta, presidente del Consiglio attuale, s’è vantato a più riprese di aver sbloccato un certo numero di miliardi, per saldare il conto con una certa percentuale di privati in un momento in cui le aziende stanno con l’acqua alla gola.
Bene. Così va il mondo (o meglio, l’Italia) potrebbe dirsi. E allora m’è subito venuto in mente che se un cittadino paga l’Irpef in ritardo, o paga una contravvenzione in ritardo, o paga la Tarsu in ritardo e via discorrendo, allora lo Stato e gli enti locali diventano inflessibili: ci sono subito gli interessi di mora e, se la cosa va per le lunghe, arriva Equitalia a fare il suo lavoro.
Santucci avrà anche le sue ragioni, ma io continuo a chiedermi: quando potremo vivere in un paese normale dove le regole (oltre che la legge) siano uguali per tutti? (E adesso potete dirmi tranquillamente che sono un qualunquista)
Santucci, Letta, Alfano, Peppe Bucìa… Siamo morti democristiani e non ce ne siamo nemmeno accorti…