Il consiglio provinciale ha approvato all’unanimità il protocollo d’intesa per la gestione coordinata delle problematiche inerenti la fauna selvatica nelle aree naturali e protette della provincia di Viterbo.
“Attraverso questo protocollo che sarà sottoscritto dalla Provincia con i soggetti gestori delle riserve e delle aree protette della Tuscia – spiega l’assessore all’agricoltura Roberto Staccini – intendiamo favorire una gestione integrata, razionale e sostenibile, della fauna selvatica sull’intero territorio con particolare riferimento alla specie cinghiale. La Provincia e le aree naturali protette svolgeranno un’azione sinergica per monitorare e tenere costantemente sotto controllo il proliferare della fauna, concertando insieme le azioni necessarie a prevenire i danni da questa prodotti, nel pieno rispetto della normativa vigente e dell’equilibrio ambientale. Il protocollo è stato sottoposto al vaglio dei gestori dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali della Tuscia, ed ovviamente è stato ampiamente discusso nella commissione consiliare competente presieduta dal consigliere Bruno Capitoni. Il voto unanime del consiglio provinciale è la dimostrazione di un percorso ampiamente condiviso”.
Il protocollo sarà sottoscritto dalla Provincia con le seguenti realtà territoriali: Riserva naturale regionale Parco di Bomarzo; riserva naturale regionale Monte Rufeno; riserva naturale regionale Selva del Lamone; parco naturale regionale Marturanum; parco naturale regionale Bracciano-Martignano; parco naturale regionale Lago di Vico; parco naturale regionale Valle del Treja; riserva naturale regionale Tuscania; riserva naturale statale Saline di Tarquinia; parco naturale provinciale Arcionello; monumento naturale Bosco del Sasseto; monumento naturale Corviano; monumento naturale Pian Sant’Angelo; monumento naturale Forre di Corchiano.
Il protocollo prevede la predisposizione di un programma quinquennale coordinato tra la Provincia e gli enti coinvolti, avente come obiettivo il contenimento degli impatti negativi che alcune specie di fauna selvatica hanno nei confronti delle coltivazioni agricole e dell’economia rurale oltre che sulla sicurezza pubblica, sull’igiene e sulle biocenosi. Il programma quinquennale definirà metodologie condivise e reperirà risorse comuni per avviare adeguate azioni di monitoraggio della fauna selvatica e di prevenzione dei danni alle colture agricole.
“Attraverso questa fattiva collaborazione – conclude Staccini – contiamo di favorire il raggiungimento sul territorio del necessario equilibrio ambientale fra la salvaguardia del patrimonio faunistico e la tutela delle produzioni agricole. Inoltre, attraverso efficaci azioni di prevenzione, puntiamo a ridurre al massimo i danni prodotti dalla fauna selvatica in agricoltura, danni che hanno comportato fino ad oggi consistenti esborsi economici da parte degli enti locali per far fronte ai risarcimenti”.