Cambio di menù per giovedì. Invece dei tradizionali gnocchi, sono due le soluzioni al vaglio dello chef: tarallucci e vino nel caso che vada tutto bene, o invece schiaffoni (tipo di pasta nota anche come paccheri). Comunque sia, i congressi del Partito democratico su Viterbo città, segreteria e circolo, si annunciano saporiti. Perché allora, giovedì appunto, tutti i nodi verranno al pettine. E le scaramucce tra l’ala ex Ds, guidata dal segretario provinciale uscente e ricandidato Andrea Egidi, e gli ex Margherita che hanno il loro campione in Giuseppe Fioroni, potrebbero chetarsi (i taralucci e vino, appunto), oppure deflargare in tutto il loro clamore (vedi alla voce “schiaffoni”). Insomma, giusto per restare in tema culinario: quello di Bagnaia, col ritiro della candidatura dell’egidiana Melissa Mongiardo, è stato solo un antipasto.
Già, è sul capoluogo che si gioca la vera partita all’interno del Partito Democratico. Perché qui la posta in palio è più alta, in termini di prestigio e soprattutto in termine di delegati al congresso. Numeri, che potrebbero delegittimare lo stesso Egidi in un secondo momento (finora viaggia intorno al 70 per cento dei voti nei congressi di paese già celebrati), oppure riconsacrarlo al vertice. Peccato però che Viterbo interessi parecchio anche le stesse truppe fioroniane. Loro, che li rivendicano con una precisa teoria politica e numerica: “Se questi pensano di rifare il Pci, in salsa viterbese, si sbagliano di grosso – come spiega un esponente di vecchia data – Soprattutto adesso, che il Comune è stato preso dal centrosinistra dopo vent’anni di amministrazioni opposte, e che poco prima sempre il centrosinistra aveva eletto quattro deputati e un consigliere regionale grazie soprattutto ai moderati. Non pensassero che si è vinto coi voti di sinistra: lo sanno anche i bambini che nella città dei papi non si va da nessuna parte senza i nostri voti”. Cioè dei fioroniani.
I quali, però, almeno nella visione egidiana e degli ex Ds in genere, hanno già avuto il loro tornaconto, piazzando oltre al sindaco, anche una serie di assessori sulle poltrone chiave di palazzo dei Priori. Lo stesso segretario ha chiarito il concetto criticando “chi mostra i muscoli, forte dei numeri, e attacca utilizzando vecchi metodi e vecchie dinamiche”.
Se si arriverà ad un compromesso di qui a giovedì, è ancora da vedere. Le trattative sono in corso. Ma c’è anche il rischio che l’accordo sia soltanto una tregua: tra le due componenti del Pd si sta profilando una gara per riempire i vuoti di potere nel partito. Con Parroncini che è uscito di scena e ha scelto la vita agreste e con Sposetti in difficoltà (anche nei rapporti con Fioroni) dopo che sono emerse alcune sue amicizie particolari – vedi caso Gianlorenzo – ecco che Egidi e i giovani che lo contornano sono rimasti gli unici contraltari significativi all’egemonia fioroniana.
E a proposito di giovani. Tutta questa faccenda è iniziata da Bagnaia, e al ritiro della candidatura al circolo di Melissa Mongiardo. La quale, su Facebook, ha così commentato: “L’unica cosa è che avete fatto passare la voglia di fare politica ad una ragazza di 29 anni”. I messaggi di solidarietà e gli inviti a non mollare – anche di avversari come il Pdl Daniele Sabatini – hanno subito invaso la sua bacheca. Una piccola consolazione, per una persona che, senza avere colpe, è rimasta fregata in questa guerra di bottoni.
Esprimiamo la nostra solidarietà alla giovane (e ingenua) Melissa Mongiardo. A tutti gli altri, da Peppe Bucìa a Ugo Salvadanaio Sposetti passando per i loro squallidi tirapiedi, esprimiamo tutto il nostro disprezzo.