11092024Headline:

Il Cancellierato all’amatriciana

Anna Maria Cancellieri

Anna Maria Cancellieri

Ogni giorno che passa diminuiscono le speranze. Anzi, si azzerano. Speranze di che? Di vivere in un Paese normale. Dove chi merita viene premiato, dove chi sbaglia paga e soprattutto dove ognuno cerca di svolgere al meglio il suo ruolo, senza invadere quello degli altri. E soprattutto (ancora) dove non si facciano telefonatine per dare una mano agli amici (o ai parenti, o alle amanti, o a chi diavolo volete voi), quando queste ultime vadano a incidere sulle regole dello Stato.

Certo è che mi ha lasciato interdetto quanto letto sui giornali e visto in televisione in merito alla ministra di Grazia e Giustizia Anna Maria Cancellieri, che io – ma non solo io – consideravo una delle persone più rette, senza macchia e senza paura, presenti prima nel Governo Monti e adesso in quello Letta. Una donna tosta, prefetto in pensione, con tanti meriti nel suo curriculum, chiamata prima a capo del ministero degli Interni e ora a quello della Giustizia.

E invece cosa ti scopro? Che la signora, essendo buona amica di Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, padre dell’arrestata figlia Giulia, si è data un bel po’ da fare per farla uscire di carcere il prima possibile giacché la donna soffriva di anoressia. Poi ha dichiarato: “Si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione”. Vabbé, ma tutto questo da una donna che rappresenta le Istituzioni è inaccettabile. Giacché in Italia di detenuti ce ne sono appena 67 mila, con altrettante problematiche più o meno gravi, di cui la ministra non si è minimamente interessata. Quando poi si scopre (lo scrive Marco Travaglio su “Il Fatto quotidiano”) che il figlio della Cancellieri Piergiorgio Peluso è stato prima responsabile del Corporate & Investment banking di Unicredit, trattando l’esposizione debitoria del gruppo Ligresti verso la banca; poi è divenuto direttore generale di Fondiaria Sai, gruppo Ligresti, dal 2011 al 2012; e quando è passato a Telecom, dopo un solo anno di lavoro, ha incassato da Ligresti una buonuscita di 3,6 milioni di euro, è ovvio che il disgusto cresca a ritmi vertiginosi.

Sapete qual è il vero problema? Che se anche coloro che vengono ritenuti i migliori cadono in queste nefandezze, allora non c’è proprio più speranza. Anna Maria Cancellieri si sarebbe dovuta dimettere un minuto dopo che questa notizia era divenuta di pubblico dominio. Ma sta ancora là. E il Pd balbetta e dice che “bisogna fare chiarezza”. Più chiaro di così?

Purtroppo questa è l’ennesima dimostrazione che l’attuale classe politica italiana è fasulla. Che dei politici non ti puoi fidare. Che bisogna cambiare le cose alla radice. Con gente nuova, che abbia un Dna diverso. Beppe Grillo per molti è stata una speranza, ma già s’è perso per strada, rinchiudendosi per convenienza nel suo fortino e rifiutandosi di guidare – da dentro – il cambiamento che aveva promesso (ma distruggere senza costruire è molto più comodo). Ora, di speranza ce n’è un’altra…

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