15102024Headline:

Quelli che… votano a piazza Verdi

Sandro Mancinelli, Martina Minchella, Andrea Egidi

Sandro Mancinelli, Martina Minchella, Andrea Egidi

Sono appena passate le undici di mattina e in fila c’è quello che democraticamente sbadiglia. Vicino il pimpante per eccellenza. E ancora, uno col Manifesto sottobraccio e a braccetto con la radical chic. Dietro la signora vestita da domenica. Il ragazzo col cane, che non manca mai. L’anziano con la coppola da partigiano. Il brizzolato che pensa già alla parmigiana. L’anonimo. Quello che sta sempre e dappertutto. Il giornalista con l’occhiale alla Woody Allen. Lo stempiato. La ragazzina. Mamma con cuccioli al seguito. Il signore che attende spazientito in auto la moglie. Non manca nessuno, e poco importa se arriveranno o meno i due liocorni.

Melissa Mongiardo

Melissa Mongiardo

È l’esercito delle primarie Pd. Un trenino di persone assiepate ai gazebo di piazza Verdi (o del Teatro, se si preferisce). Le coda scorre lenta, e così ci si organizza in chiacchiere più o meno politiche. Passando in quattro e quattr’otto dalle candidature alla lasagna. Dalla Viterbese che gioca nel pomeriggio al Natale dietro l’angolo.

Appresso a loro, coloro i quali – passi il termine – manovrano la faccenda. In ordine di apparizione casuale e senza etichette compaiono Egidi, Sposetti, una Mongiardo tabagista, Rossi (che si leva il pensiero intorno alle 10), Ricci, Bizzarri, Serra, Mancinelli, Minchella, il fu Marini Giulio tecnico Guerriero, Michelini (sono le 13), vari ed eventuali. Tutti intenti a sorvegliare, a relazionarsi pubblicamente, a pettinarsi per le foto di rito. A stare, forse più delle altre cose, distanti quanto basta dal nemico interno. Fa freddo, e le correnti si sentono bene.

Manca una fetta importante di pubblico però. L’ala sinistroide meno sinistrorsa. Quella legata a  Fioroni (lui sbarca nella pausa caffè) che, come poi già scritto, non è stata chiamata forzatamente ad esprimersi. Gli uomini di Beppe (O Peppe, sennò pare Grillo) sono liberi di scegliere, e diversi hanno preferito il mare e la montagna.

Ugo Sposetti

Ugo Sposetti

Ma tutti gli altri? Ad una prima analisi si direbbe che la massa è formata per lo più dal nuovo che avanza. I ‘mai visti’. Slegati dalle logiche di partito e quindi più avvezzi al fiorentino Renzi. Dato questo da prendere con le molle, anche se poi le facce  da “Grido” di Munch dei dirigenti ne danno quasi conferma. Le truppe Fioron-sposettiane insomma, non paiono superare i cinquanta punti percentuali. E Cuperlo di sicuro non se la ride.

Per quanto riguarda il terzo incomodo Civati poi, c’è qualche volontario che alzerebbe anche la mano al fine propagandistico. Una sottil lembo di Sel e alcuni romantici in missione solitaria. Ma poca cosa, almeno stando al colpo d’occhio. E non è di sicuro un elemento sconvolgente.

Alle quattordici sono oltre 1200 le schede messe in buca (compresi i seggi del comprensorio). Che non è male e non è bene. Quindi si può proseguire fino alle venti in serenità prima della spartizione dei tozzi (simbolicamente parlando). Risulta solo difficile capire quanto si sia raccolto in termini economici – già, si paga – in quanto l’affluenza è forte e dribblare la fiumana, arrivare ai banchetti e distinguere firmatari da tesserati è arduo. Faremo a fidarci.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Quelli che… hanno le facce da c. e da casta.

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