05122023Headline:

Meroi è stato di parola: s’è dimesso

Marcello Meroi

Marcello Meroi

L’aveva anticipato due giorni or sono proprio a Viterbopost. E oggi, dopo un summit con la sua maggioranza durato tutta la mattinata, ha dato seguito alla sue decisione, smentendo qualche infallibile scettico che lo aveva apostrofato di gridare ancora una volta “A>l lupo! Al lupo”

Il presidente della Provincia Marcello Meroi s’è dimesso. “Perché mi sono stancato. Ho 56 anni, ho ricoperto tanti ruoli prestigiosi come amministratore e a livello istituzionale. Ho la famiglia, il mio lavoro che non ho mai lasciato e che ho sempre portato avanti, la passione per il basket. Ho tutte le ragioni per dire basta, oggi più che mai”.
Meroi aveva anticipato che avrebbe atteso fino a oggi. “E poi se le componenti della maggioranza non mi avranno presentato un accordo, dirò basta, e darò le dimissioni” aveva detto. E ancora: “Hanno un mio documento del 30 dicembre, in cui chiedo loro di elaborare una proposta condivisa: o lo fanno oppure io non ci sto più a fare da mediatore, a cercare di mettere insieme questo o quello, le richieste più assurde. L’ho fatto per tanto tempo, per ultimo in occasione del rimpasto di questa estate, adesso basta. Basta. Le carte sono sul tavolo, si parla di una questione che sarebbe anche legittima, sollevata dal Nuovo Centrodestra, e cioè quella della riduzione dei costi. Ma se pure questa esigenza comprensibile deve diventare un terreno di scontro politico tra i vari gruppi, se non c’è la volontà di trovare una risposta, ma soltanto di battagliare e baccagliare per l’ennesima volta in questi tre anni, be’, allora è il momento di tirare giù il sipario”.
Già, perché la riduzione dei costi sarà pure un tema sacrosanto, seppure sospettato di vago populismo pret à porter, eppure ci sarebbero stati tanti modi per affrontarlo. Ridurre gli assessori (come chiedeva il Ncd), o magari le convocazioni delle commissioni (con i relativi rimborsi chilometrici), o ancora chissà. Il punto è che se si voleva davvero farlo, si faceva e basta, senza brigare per una poltrona in più per me o per te.
C’è poi un paradosso che rischia di derubricare il travaglio di una persona (Marcello Meroi) e l’agonia di un ente (la Provincia), ad un fulgido esempio di autolesionismo alla viterbese. Con Meroi dimissionario e l’arrivo del il commissario, traghettatore fino al prossimo e inevitabile annullamento di tutte le Province d’Italia, ecco che l’amministrazione viterbese non potrà sfruttare al meglio i soldi che ha in cassa. Che sono tanti, tantissimi. “Circa undici milioni da utilizzare – spiega Meroi – Otto e mezzo dei quali in mutui già approvati per strade e scuole, e mi sembra che ce ne sia bisogno. Più due milioni e seicentomila euro che sono la prima rata del risarcimento per i danni dell’alluvione”. In più da aprile, se fosse rimasta in vita, quella di Viterbo sarebbe stata l’unica Provincia ancora attiva (e non commisiariata) del Lazio, con evidenti agevolazioni sui contributi elargiti dalla Regione. “Nei miei tre anni a palazzo Gentili non abbiamo mai avuto tanti soldi utilizzabili”, riassume il presidente.
Ora, ci saranno venti giorni di tempo per la ratificazione. E chissà che questo limbo non riconduca a più miti consigli i litiganti dei partiti. Meroi, di sicuro, no.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Era ora.

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