Nonostante lo sconto il risultato è tutt’altro che scontato. Già, manco i saldi hanno messo voglia di spendere a Viterbo. E d’accordo che il meteo non ha sicuramente incoraggiato l’uscita di casa. Ma guai a nascondersi dietro un dito, la crisi è dilagante. L’hanno prevista proprio su queste colonne i commercianti. L’ha sottoscritta il presidente Peparello, fornendo un parere istituzionale e sviscerando dati da incubo per conto della Confesercenti. Ed ora la conferma. Il battesimo di ieri è risultato più che altro un funerale.
Dividendo per microaree geografiche la città dei Papi ecco che, mazzata sulla mazzata, il punto più basso si è toccato al centro. Laddove in mattinata si è registrato il vuoto cosmico. Presente il solo Filippo Rossi su due ruote. Non alla ricerca, ci dicono fonti sicure, di un nuovo cestino in vimini o di gomme tacchettate per la sua bici. Nel pomeriggio comunque la faccenda s’è leggermente animata. Ma con scarsi risultati. “La cera si consuma e la processione non va avanti”, per dirla alla Capossela. Tutti incolonnati, pochi propensi ad aprire il portafogli. Nemmeno per il caffè o la pizzetta.
Situazione leggermente migliore in zona Ipercoop. Laddove ogni vetrina presenta un manifesto con tagli dai 30 per arrivare addirittura ai 70 punti percentuali. Piazza Italia, su tutte, un via vai di teste. Non necessariamente però collegata ad una busta. Benino anche l’emporio dedicato ai bambini. “Li abbiamo fatti – il parere di una mamma semi-rassegnata – e quindi li dobbiamo anche vestire. Approfittiamo dell’occasione”. Così così il settore signore. “Attendiamo ancora un po’ – sono le parole di un marito saggio rivolte ad una moglie golosa – Magari scendono ulteriormente ‘ste magliette”.
Altro pseudo dramma, quello del Poggino. Nonostante una cartellonistica accattivante ed aggressiva. “Siamo qui da stamane – la testimonianza di una famiglia completa – Ed abbiamo preso calze e mutande per tutti. Fila alle casse inesistente in ogni capannone”. Galleggia bene però la Cia, almeno stando al parcheggio gonfio. Ogni corsia chiarisce come qualsiasi pezzo costi meno, e la fatte d’umanità presente durante l’orario continuato apprezza. Anche perché d’inverno girare senza intimo è dura.
E forse, in sostanza, il succo del discorso è proprio questo. Non si andrà oltre i 150 euro di spesa per nucleo (320 non troppo tempo addietro). Destinati soprattutto ai beni di prima necessità. In virtù del fatto che prosciutti e mozzarelle manterranno come da tradizione il solito importo, ecco che ci si riversa nell’indispensabile ma non futile. Per la rassegnazioni di quanti propongono un prodotto che magari non sarà vitale, ma senza dubbio farebbe bene all’animo e servirebbe a dimenticare per un attimo dell’attuale situazione catastrofica.
“Dividendo per microaree geografiche la città dei Papi ecco che, mazzata sulla mazzata, il punto più basso si è toccato al centro. Laddove in mattinata si è registrato il vuoto cosmico. Presente il solo Filippo Rossi su due ruote. Non alla ricerca, ci dicono fonti sicure, di un nuovo cestino in vimini o di gomme tacchettate per la sua bici”.
Cari commercianti piagnoni del centro, avete voluto il votivendolo, voltagabbana abituale e portasfiga a due ruote Filippo Rossi da Trieste? E ora pedalate (a vuoto)!