Questa volta, a disturbare il sonno dei viterbesi, sono le dichiarazioni dell’assessore alla Cultura, Giacomo Barelli, il quale, nell’evenienza che la prossima manifestazione di “Caffeina” non si realizzi per mancanza di fondi, si pone forti interrogativi e ferme riflessioni su una circostanza che non può essere accettata, alla stessa stregua del “festival di Spoleto” semmai dovesse saltare per i più svariati motivi. Il dinamico assessore, nella sua uscita pubblica, quasi a voler tranquillizzare i cittadini su certe sue decisioni che, in politica, potrebbero tramutarsi anche in dimissioni, dimentica, in quanto assessore non eletto ma, semplicemente nominato, che potrebbero essere veramente pochi coloro che si strapperebbero le vesti per quanto vorrà decidere per la mancata apertura di Caffeina.
Mentre la città aspetta con ansia le risolutezze di Barelli, visto che lo stesso ha azzardato una specie di graduatoria sull’importanza che rivestono tutte le manifestazioni culturali, siamo veramente curiosi di sapere dallo stesso quale evento inserirebbe ai primi posti nella scala di valori culturali che Viterbo detiene e che non generino dubbi su potenziali “conflitti di interesse”. Se poi, dovessimo tutti rassegnarci alle onorevoli dimissioni dell’assessore alla Cultura per il mancato godimento di “Caffeina”, sarebbe oltremodo opportuno valutare da subito i possibili effetti destabilizzanti sulla “maggioranza” del consiglio comunale di Viterbo che, a quanto ci risulta, ancora non si è minimamente preoccupata per tale “scioccante” ipotesi congegnata ad arte dal laborioso assessore Giacomo Barelli.
Caro Santucci ucci ucci sento odor di poltronucci, questi sono della stessa risma dei suoi cari “amici” democristiani, non si dimettono neppure con le cannonate.