Se è vero che occorre sempre partire dal basso, la rivoluzione culturale viterbese si muove direttamente da sottoterra. E non che sia un male, anzi. Per far crescere un qualcosa di concreto c’è da innaffiare a dovere proprio le radici. Così, con questi ottimi presupposti, all’ombra della Palanzana si avvia una nuova avventura. Un vero contenitore a trecentosessanta gradi che porterà il nome di Subway (metropolitana, per chi mastica poco l’inglese).
Il contesto è quello storico e centralissimo dell’Okay center. Quel gigante in cemento situato dietro lo stadio Rocchi, accessibile sia dal Pilastro che dalla Palazzina. Tempio della pellicola cult anni ’80 “Grandi magazzini”. La struttura ha subìto un prepotente ma deliziosissimo restyling, ad opera di un’inedito duo sbarbato imprenditoriale. E domani è già tempo d’inaugurazione.
Ma cosa ci sta dentro? “Non siamo solo una discoteca – precisa subito Mattia Marcucci, che vanta il cinquanta percento della società – Ma si partirà proprio da lì. Quattro sale, per ogni gusto ed esigenza. Altrettanti bar low cost (era ora, di pagare un mojito annacquato dieci euro non se ne poteva più, ndr). Ristorante. Area trucco per le ragazze. Giochi di luce. Tutto iper moderno e iper tecnologico. Nonché modulabile in base agli eventi, pareti che vengono e vanno secondo l’afflusso”.
Minchia, verrebbe da dire tornando agli anglicismi. Duemila metri quadri a disposizione del prossimo. Fruibili con pochi soldi è dedicati a chiunque. Perché oltre a ballare e mangiare si può arrivare a ben altro. “Il locale è a destinato alla collettività – prosegue l’altra metà del cielo, Andrea Chiovelli – Gratuitamente. Ci volete far suonare? Pronti. Volete suonarci voi? Bene. E ancora mostre di qualsiasi calibro, teatro, convegni. Ogni idea sarà buona e ben accetta e discussa con piacere. Pensiamo a tutto noi, saltando pure la fastidiosa burocrazia”.
Non solo. Dentro ci stanno pure una radio (con dieci trasmissioni al debutto), un blog (quattordici penne calde), attrezzatura video, e si parla addirittura di bike sharing (fino a ieri pura utopia nella città papale). Un occhio è infine rivolto all’ambiente. Basta locandine e basta manifesti. La pubblicità viaggia solo in rete. “In quindici giorni su Facebook unmilionenovecentomila utenti – sciorina due dati David Ferrini, atto a pratiche via pc – Quasi seimila followers. Con punte sui post di oltre centotredicimila lettori. L’interazione funziona, nonostante non abbiamo piazzato nemmeno un 6×3 (cartellone, ndr) in giro già domani arriveranno bus da tutta Italia”.
Una Bella vetrina turistico-culturale quindi. “Un progetto imprenditoriale meritorio – commenta l’assessore alla Cultura Giacomo Barelli – Stiamo parlando dei primi che si sono affacciati in Comune per offrire anziché per chiedere. Viterbo ha pochissimi spazi, se le cose vanno come spero questo diventerà vitale. E l’amministrazione darà supporto”.
Parallelamente a quanto descritto correrà anche il Subway cares, una vera e propria community. Con tanto di social network. Che servirà a creare un polo atto alla condivisione e alla tutela. Mirato anche ad uscire dai cancelli dell’Okay. “Questa è la vetrina da noi creata e aperta al mondo”, chiude il duo.
Buon viaggio, aggiungiamo noi.
“L’amministrazione darà supporto”, dice il Sor assessore. Che cosa significa, di grazia: soldi? deroghe alle leggi vigenti? aum aum?