“Sono un camminante. Scelgo la strada giusta e viaggio a modo mio. Sempre in movimento. Non resto fermo nello stesso posto mai. Un destino nasce quando il sole cresce. Dentro la valigia la mia strada è scritta già”. E queste sono le parole delle Nuove tribù zulu. Una delle migliori band etno folk dello Stivale. Che, in considerazione del proliferarsi dei vari Gigi D’Alessio o dei Ligabue di turno, per sopravvivere ha ben pensato di fare fagotto e di trasferirsi in India. Comunque. Camminano le Tribù. E cammina un po’ tutta la provincia (quella di Viterbo).
La moderna e salutare moda di girare come pellegrini in cerca (forse) del messaggio divino è sempre più dilagante. Così ecco la piacevole manifestazione a tema. Quella intelligente. Quasi avveniristica. Non fosse altro perché toglie i pedoni dalle Provinciali (sicuri come gatti in autostrada). Si chiama “Walk in Tuscia… E dintorni”. Null’ha a che vedere col proverbio su Terni e Narni. E si sviluppa sul lungo termine. Saranno infatti addirittura tredici le escursioni messe in piedi dal binomio “Zona olimpica atletica Viterbo” e “Special training”. Circuiti sportivi a tuttotondo, da coprire in un periodo lungo compreso tra marzo e novembre. L’estate ci si ferma, che fa caldo.
“Sono dodici anni che stiamo sul pezzo – dice il prof organizzatore Giuseppe Misuraca (insieme ad Antonino Morabito e Rossella Lodesani) – Prima si faceva un volta ogni tot. Poi più tappe congiunte. Nel 2013 siamo arrivati a dieci. Quest’edizione se ne sono aggiunte tre. Altri avrebbero voluto inserirsi, ma per questioni di logica e per non impazzire abbiamo chiuso così. Soddisfattissimi e carichi in vista del varo”.
Si parte oggi. Battesimo a Viterbo. Seguiranno Vallerano, Canepina, Barbarano Romano, Celleno, Canale Monterano, Lubriano, Corchiano, Vitorchiano, Gallese. E la città dei Papi proporra’ quattro varianti. Ogni gita fuori porta indossa un nome a tema. E ogni partecipante (con una quota d’iscrizione pressoché simbolica) potrà gustarsi scorci incredibili. Potrà ricaricare le pile dopo una settimana di lavoro. Respirare aria buona. Stare a sentire una guida nelle aree archeologiche. Svegliare i muscoli. Gustare un menù tipico (anch’esso economico), attraverso convenzioni prestabilite con agriturismi, ristorantini, pro loco e via dicendo.
“Abbiamo sempre ottenuto ottime risposte – prosegue Misuraca – tra i cento e i duecento partecipanti a botta. Di tutte le età. Con provenienze in crescita da fuori provincia”. Segno che la Tuscia piace. Che la natura funziona. E che farsi quattro passi non è solo un modo per staccare. Ma se si mette in piedi un meccanismo intelligente, con poche mosse, al fruitore si fornisce un prodotto turistico culturale non da poco.
E buone passeggiate.
Bello camminare tra le bellezze della Tuscia lontani dagli obbrobri della sedicente kultura targata kaffeina.