Su carta si scrive Juppiter. Ma poi si legge “Iuppiter”, non “Giuppiter”. Un po’ come il quartier generale della Juventus. Che è stadium e non “stedium”. Poiché la radice è roba nostra, latina. Nessun anglicismo una volta tanto, grazie. Comunque. Juppiter è un vulcano di idee. Un luogo fisico (diversi luoghi in verità). Un’associazione che opera dal lontano ’92. Prima del terremoto riguardante le pratiche associative. Prima delle polemiche. Prima pure dell’era Barelli (breve ma intensa).
Ha sede fisica al quartiere Pilastro dal 2010. Presso “La casa delle arti”. Ovverosia in quel contenitore culturale a trecentosessanta gradi parcheggiato al civico numero otto di via Cristofari. Dentro ci si può trovare e ci si trova qualsiasi cosa. “Purché si abbia a che fare coi ragazzi – dice Barbara Paris, una del branco – Poi poco importa che si mescolino col vicino centro anziani. Quello fa parte del gioco. Anzi meglio”. Tra le mille attività una punta di diamante sono sicuramente i corsi. In primis perché son gratuiti, che non è poco. Secondo poi perché attraverso di essi i giovin frequentanti possono tentare la scalata verso quel panorama tutto in salita chiamato “mondo del lavoro”. E ne partono tre di corsi questo periodo, nonostante il sole cominci a picchiare e la voglia di sabbia e ombrellini da cocktail sia una tentazione vivissima. “Iniziamo col riciclo creativo – prosegue – Che è divertentissimo e attuale. La trasformazioni di oggetti in disuso funziona. C’è poi la frangia tecnica, con ripresa e montaggio video. Che stuzzica di brutto. E infine torniamo all’ambiente, con l’approccio alla creazione di un orto in casa. Col bel tempo…”.
E questo è solo l’ultimo trittico di cartucce da sparare. Ma il fodero della combriccola capitanata da Salvatore Regoli è assai fornito. In opera c’è l’approfondimento riguardante il giornalismo. E ancora laboratori di fotografia, tecnico del suono, cucina, lingua dei segni, decorazione, sartoria e molto (molto) altro. Tra cui due sale prova per i musicisti (una sta a San Martino). Il tutto in abbinata con le cosiddette Politiche giovanili del Comune di Viterbo. Che credono in Juppiter e ci investono in modo progressivo, verso l’alto. Col risultato che poi quando si va a tirar le somme sono quasi 250 le teste presenti (operatori e volontari esclusi). Per un target target va dai 15 ai 35 anni. Ma qualche finto-giovane imboscato c’è di sicuro. “I traguardi conseguiti sono davvero ottimi – sottolinea la consigliera Troncarelli – Iniziative preziose e innovative, alla base della condivisione, dell’educazione e della crescita, ma anche punto di partenza per avviare una formazione professionale”.
Casa delle Arti per giovani volenterosi
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