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Il Consorzio Maremma è rimasto a secco

Vincenzo Fava col sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola

Vincenzo Fava col sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola

Il consorzio di bonifica della Maremma etrusca è alla frutta. Ridotto alla paralisi. Con tutti i rischi che ne conseguono. L’allarme lo lancia il presidente dell’ente, Vincenzo Fava, che ha messo per iscritto le criticità in una lettera indirizzata al prefetto di Viterbo, al presidente della Regione, a quello della Provincia, ai sindaci di Tarquinia e Montalto, alle associazioni agricolo e ai sindacati. Fava parla apertamente di “situazione gravissima ed eventuali ripercussioni di ordine pubblico”.

Il nodo del problema, come accade spesso, è di carattere economico: non ci sono i soldi. Perché il consorzio non ha ancora incassato le somme dovute dalla Regione per degli interventi svolti dal 2011 al 2013, così come non c’è traccia finora del rimborso per l’alluvione del novembre 2012 (soldi che dovrebbero arrivare dalla Provincia, la quale a sua volta li attende dalla Regione). Come se non bastasse, spiega Fava, ci sono “le inadempienze della società Equitalia, relativamente alla riscossione dei tributi consortili. Tali inadempimenti, seppure in presenza di una gestione sana ed equilibrata dell’ente, ne stanno provocando la totale paralisi”. Il che vuol dire che il consorzio non può garantire i servizi di bonifica e irrigazione in un momento della stagione molto particolare, in cui gli oltre 11mila ettari irrigui sono in piena attività.

Un intervento di manutenzione al fiume Marta

Un intervento di manutenzione al fiume Marta

Non solo. Fava ammette anche l’impossibilità di pagare stipendi e contributi al personale, che ha annunciato lo stato di agitazione, aggiungendo disagi a disagi, e il rischio che l’Enel stacchi anche delle utenze per servizi fondamentali come le idrovore, la diga e gli impianti di pubblica irrigazione. Insomma, con scenari potenzialmente disastrosi per tutta la zona del litorale e della Maremma, specie in caso di eventi atmosferici straordinari.

Il presidente – che è anche membro dell’associazione nazionale bonifiche, irrigazioni e miglioramenti fondiari, chiede un intervento immediato per “ripristinare condizioni di legalità e correttezza amministrativa nonché l’individuazione di eventuali responsabilità nell’attuale stato d’inerzia”. Nella speranza che il suo appello arrivi a chi di competenza.

 

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