La tecnica è collaudata: una prima sferzata, affidata alla giovane della compagnia, e poi subito il raddoppio, con lo zampino del più esperto. Così le critiche renziane seguono questo canovaccio, che sebbene odori un po’ troppo di Prima repubblica, si dimostra piuttosto efficace in chiave locale. E contribuisce a rafforzare la posizione della corrente nei confronti dei vertici provinciali del Pd, in attesa che essi rispondano. Stavolta tocca a Sandro Mancinelli corroborare il primo affondo di Martina Minchella sul “metodo” o la mancanza di metodo, utilizzata per scegliere i candidati sindaci per le prossime elezioni del 25 maggio. “Nessuna polemica, fatti”, promette Mancinelli, ma poi non ci va mica delicato.
“Su 27 comuni in cui si vota, le primarie si sono svolte soltanto in uno (Nepi, ndr) e con un grande successo – scrive Mancinelli – Segno di un’attenzione partecipata nei confronti del Pd e della sua proposta. Se anche lì, a Nepi, avessero fatto come negli altri 26 paesi della provincia, ecco che si sarebbero persi questa opportunità”. E di conseguenza, rovesciando la frittata, i 26 comuni che non hanno fatto le primarie, questa opportunità se la sono persa.
Mancinelli poi non mette in dubbio la versione ufficiale del Pd viterbese, che ha sottolineato come le scelte sul metodo fossero ampiamente condivise, sul territorio e non solo: “Non dubitiamo. Né delle circolari, né delle larghissime maggioranze in direzione e nei tanti circoli, né degli avalli del segretario regionale. La pratica – osserva con un pizzico di malizia Mancinelli – è stata seguita con scrupolo. Ma la questione è molto più chiara, lo ha detto Minchella come lo dicono da Ischia di Castro: fidarsi ed affidarsi solo alle tessere è quasi sempre fuorviante rispetto a quello che pensano e dicono buona parte dei nostri elettori (non necessariamente iscritti, ndr) e ancora di più quelli che guardano al Pd come a una vera speranza e ad una concreta possibilità di cambiamento”.
Mancinelli poi invita ad andare oltre al “risiko dei posizionamenti”, e a non distinguire tra “civismo di serie A e di serie B”, secondo i comodi e i calcoli locali. E l’esortazione finale di sostenere l’azione, dal più piccolo comune all’Europa.
Dopo Pasquetta, chissà che non arrivi una replica da via Polidori a queste ulteriori osservazioni renziane.
“Il Pd locale vada oltre le tessere”
di Andrea Arena
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