19042024Headline:

Tuscia in jazz chiude con Peppe Servillo

È Pasquetta. E la domanda (che non c’entra niente ma comunque va fatta) sorge spontanea. Ma qualcuno se ne è accorto? Non per niente, ma oggi si chiude il Tuscia in jazz. Quella manifestazioncina da quattro soldi (quattro contributi, pardon) che per cinque giorni ha cambiato il volto di Viterbo. Ospitando eccellenze dello spartito provenienti da tutto il mondo.

Michelini agli Almadiani

Michelini agli Almadiani

Tonnellate di ragazzi giunti qua per studiare (sabato sera dentro le mura giravano strani figuri strumento-dotati). Centinaia di curiosi e appassionati del genere che si spera torneranno. Magari per godersi un concerto della Madonna. Ma magari pure per un gelato. Una visita al Palazzo Papale. Uno struscio al corso. Una mangiata in questa o in quella trattoria. Chissà.
Ma tornando alla domanda: qualcuno se n’è accorto? Perché Viterbopost un pochino ha osservato. Il giusto. E documentando il tutto (tranne il lunedì di Pasqua in corso) si può tranquillamente affermare che di individui ne sono passati un botto intorno alla macchina infernale messa su dal direttore Italo Leali. Di elementi di rappresentanza invece pochi. Più stampa estera che di casa. Più comuni mortali che assessori, consiglieri, amministratori e via dicendo (ma il sindaco Michelini ieri pomeriggio s’è fatto vedere). Come mai? Forse non piace il genere. O forse nel cronico capoluogo risulta ancora difficile comprendere la percezione dell’offerta. Anche quando, come in questo caso, è evidente il tasso qualitativo (ancor più a chi lo farebbe di mestiere).

Peppe Servillo

Peppe Servillo

Certo è che la macchina organizzativa (che preferisce non soffermarsi sull’argomento, e prosegue il lavoro a testa bassa) da domani potrà cominciare a tirar le somme. Italo da Ronciò opererà in trasparenza, come da copione. Sciorinando dati. Grafici. Incassi. Spese. Flussi. Pratica (la sua) non così banale e non così diffusa. Sarà divertente. Meno, forse, notare chi tenterà di accaparrarsi i meriti.

In tutto ciò ci stanno ancora ventiquattro ore di programmazione. Stamane al Museo delle Ceramiche tocca a Elisabetta Antonini (ore 11, ingresso libero). Nel pomeriggio, Sala Anselmi, Riccardo Arrighini e Aldo Bassi in duo (ore 18, 5 euro con degustazione vini). E ancora Sala Almadiani: Enzo Pietropaoli e Adriano Viterbini (ore 19, dieci euro). Chiusura col botto al Teatro San Leonardo. Peppe Servillo, Javier Girotto e Natalio Mangalavite trio (ore 21.30, 15 euro).
Tre mostri sacri per chiudere il sipario. E magari qualcuno il nota pure. Piuttosto, riaprirà questo sipario? Ce lo meritiamo? Lecito chiederselo.

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