24042024Headline:

Autostrada Tirrenica, lavori in bilico

Il tracciato della Tirrenica

Il tracciato della Tirrenica

Laddove non sono riusciti gli ambientalisti più o meno radical chic, potrebbe farcela una semplice verità: non ci sono i soldi. Perciò l’autostrada tirrenica – opera contestata quando fondamentale per la già disastrata situazione dei collegamenti stradali italiani – rischia di non vedere mai la luce. Di non essere completata, neanche in quei tratti dove i lavori sono già partiti. Di diventare, insomma, l’ennesima Grande Incompiuta di questo Paese, tra ponti sullo Stretto solo sognati, Salerno-Reggio Calabria da incubo, e tanti altri piccole e grandi vergogne.

L’allarme nasce da un fatto: la mancata approvazione da parte del Governo del decreto che avrebbe dovuto stanziare 270 milioni per l’apertura di nuovi cantieri e per il completamento di quelli già all’opera nel primo tratto, tra Civitavecchia e Tarquinia. L’approvazione, ha promesso il ministro dei Trasporti e Infrastrutture Maurizio Lupi, è solo rinviato a fine luglio, con il decreto Sblocca Italia. Ma questo ritardo (sempre che di ritardo si tratti) ha fatto andare su tutte le furie il commissario governativo al progetto, Antonio Bargone, che si è dimesso. Spiegando in una lettera le sue motivazioni: “La mancata approvazione del decreto rischia di compromettere la realizzazione dell’intera opera e addirittura l’interruzione dei lavori già in corso tra Civitavecchia e Tarquinia. E’ evidente che da parte del Governo non c’è una chiara volontà di realizzare l’opera, nonostante l’impegno profuso in questi anni abbia prodotto risultati importanti”. Come per esempio l’apertura dei cantieri proprio da Civitavecchia alla provincia di Viterbo, fino a Tarquinia.

Borgone si è dimesso, quindi, anche se resta presidente della Sat, Società autostrada tirrenica, quel consorzio tra imprese private (Benetton, Caltagirone, Holcoa e Monte dei Paschi, tutti soci al 25 per cento), che ora senza soldi pubblici potrebbero anche tirarsi fuori. Sempre che lo stesso premier Renzi non sblocchi la situazione: è già stato informato del caso.

Di certo, restano oltre duecento chilometri di strada da realizzare, i caselli, gli svincoli e le interconnessioni (a Grosseto, per esempio, sorgerà il collegamento con un’altra grande opera che dovrebbe essere realizzata, l’autostrada dei Due Mari). Sull’importanza della Tirrenica non si discute: all’Italia occorre come il pane un asse verticale che colleghi il centro al nord, visto che l’unica arteria di massa è quell’autostrada del Sole realizzata oltre cinquant’anni fa. Sulla pericolosità dell’Aurelia, poi, basta la lettura di un quotidiano in qualsiasi giorno per rendersene conto.

Antonio Bargone

Antonio Bargone

Eppure, c’è chi dice no, e chi ha gioito per questo annuncio di possibile interruzione dei lavori. A Tarquinia, poi, i cantieri sono già aperti, coi mugugni delle associazioni di categoria, che giusto poco tempo fa avevano sottolineato come venga usata pochissimo la manodopera locale, affidandosi piuttosto a operai di fuori. Senza dimenticare che una mancata realizzazione dell’autostrada potrebbe anche portarsi dietro l’addio al completamento della Trasversale, dato che l’ultimo tratto (da Monte Romano) è legato a doppio filo alle sorti della Tirrenica.

E mentre si attendono prese di posizione ufficiali dai rappresentanti del territorio viterbese, in Toscana i politici si sono già espressi. Il presidente della Provincia di Grosseto, Leonardo Marras, ha detto: “Mancano i soldi. Questa autostrada non si farà mai, anche perché si è scelto il percorso peggiore”. Può paradossale innvce il sindaco di Grosseto Bonifazi: “Quando c’erano i soldi non ci trovavamo d’accordo sui progetti e su come investirli. Ora che i soldi non ci sono più siamo tutti d’accordo, o quasi, su come avremmo potuto spenderli”.

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