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“Le città europee dello sport unite a Viterbo”

Sergio Insogna

Sergio Insogna

Dodici città europee a Viterbo. Giorni di gare sportive, appuntamenti turistici, convegni. Una specie di Giochi senza frontiere (ma senza Guido Olivieri e Gennaro Pancaldi né gli orrendi maglioni di Ettore Andenna), fatti sul serio e col cervello. Se l’esperienza di “Viterbo città europea dello sport” aveva lasciato finora poco o nulla, se si esclude quell’immenso striscione ad memoriam attaccato in piccionaia al PalaMalè, ecco che tutto potrebbe cambiare. Perché quell’esperienza del 2012 – quando il capoluogo della Tuscia aderì al progetto Aces e ospitò un anno di eventi e manifestazioni, la maggior parte delle quali dimenticabili e dimenticate – non è finita. Va avanti, si è trasformata, e adesso propone nuove sorprese.

Dopo il convegno ospitato in dicembre a palazzo dei Priori, che riscosse un buon successo (e non solo per la qualità dei pasti…), le dodici città europee di quel 2012 (oltre a Viterbo, Valencia, Cremona, Preston, Librec ed altre) si sono ritrovate a Charleroi, in Belgio, per la conclusione del progetto. C’è stato un altro convegno, sulle strutture sportive, sulle problematiche attinenti allo sport (violenza, disagio sociale, barriere architettoniche) e sui fondi nazionali ed europei dedicati. Poi, la delegazione viterbese composta dai consiglieri Sergio Insogna (responsabile dello sport) e Christian Scorsi (delegato ai rapporti con l’Europa) hanno calato l’asso nella manica. La loro proposta, elaborata già nelle settimane precedenti insieme alla stessa Aces (Associazione città europee dello sport), al Coni e naturalmente al Comune.

“Abbiamo chiesto che questa esperienza potesse proseguire – spiega Insogna – Come? Con una bella manifestazione da svolgersi nel 2015 qui a Viterbo, aperta a tutte le altre undici città, a quelle che vorranno partecipare, per un ulteriore scambio sportivo-culturale. Vorremmo che lo spirito che si è creato a livello continentale tra queste città non finisse, e anzi si rafforzasse: parliamo di confronto tra le singole realtà, di esempi da seguire, di idee da accogliere. Finora le cose sono andate benissimo, e sarebbe bello continuare. A partire proprio dall’anno prossimo, in estate, qui da noi: si possono organizzare gare tra le delegazioni delle varie città, ma anche appuntamenti culturali e ricreativi, sfruttando sia le ricchezze artistiche di Viterbo, sia le strutture ricettive, con un indotto importante per l’economia turistica e non solo”. Già: l’ultimo esempio, giusto un anno fa, degli Special Olympics, è ancora vivo nel ricordo dei viterbesi: centinaia e centinaia di ragazzi italiani (solo italiani) con le rispettive famiglie a sfidarsi in piscina e nelle acque del lago di Bolsena, e poi ad invadere la sera la città per altri eventi. Ora la cosa si potrebbe ripetere su scala anche maggiore.

Dice: ma quanto costa? Cosa serve per trasformare l’idea viterbese – che a Charleroi ha ricevuto consensi unanimi – in realtà? “Intanto una delibera d’indirizzo della giunta comunale – dice Insogna –, che mi auguro arrivi presto. Con quella si potranno completare tutti i passi previsti dall’Aces, compresi gli accordi con gli sponsor. Non parliamo di cifre astronomiche, basta coinvolgere tante parti interessate”. Per sistemare le delegazioni, per esempio, si potrebbero utilizzare gli alloggi della caserma Smam, che in alcuni periodi dell’anno sono disabitati. E poi c’è il Coni, con il quale il Comune sta per firmare un accordo senza precedenti, affidando alla struttura dirigenziale e tecnica del Comitato olimpico la programmazione degli eventi sportivi locali.

Intanto, Insogna prosegue a tessere le trame affinché la cosa si possa davvero realizzare e non resti nell’iperuranio delle idee: “Nel nome della fratellanza, del confronto, dell’Europa unita che ci permette di scambiarci idee e progetti sia con realtà più grandi sia con altre più piccole ma più avanzate, questa cosa ha un suo valore. E partendo da Viterbo 2015 tutte le altre città potrebbero ospitare a turno le edizioni successive”. Proprio come Giochi senza frontiere, ma fatti di sport vero.

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