“Esprimiamo il nostro apprezzamento per l’interesse dedicato dal governo all’istruzione, finalmente considerata un tema centrale per il futuro del Paese. E’ dimostrato che gli investimenti sul sistema di istruzione e formazione sono altamente remunerativi, non solo in senso sociale, per i Paesi che li effettuano. E in Italia è arrivata l’ora di cambiare il passo anche su questo fronte”. Lo ha dichiarato Daniele Vaccarino, presidente nazionale della Cna.
La valutazione è condivisa dalla Cna di Viterbo e Civitavecchia, Abbiamo esaminato il documento contenente le linee guida per ridare slancio all’istruzione. Sono previsti una rimodulazione dei programmi scolastici, un rapporto più stretto tra istituti tecnico-professionali e mondo del lavoro e il compimento dell’attesa digitalizzazione della scuola. Il punto più qualificante è il capitolo ‘Fondata sul lavoro’, che introduce l’obbligo dell’alternanza scuola/lavoro negli ultimi tre anni degli istituti tecnici, estendendolo a un anno nei professionali, per un ammontare di almeno 200 ore l’anno. Se l’alternanza sarà realizzata così come previsto, la scuola e il lavoro non saranno più due mondi distinti, ma si completeranno a vicenda. Si tratta di una innovazione significativa, che recepisce le indicazioni espresse per anni dalla nostra associazione: si favorisce la crescita individuale e sociale dello studente e si risponde concretamente alla domanda di nuove competenze.
Interessante l’inserimento della bottega scuola quale strumento per tramandare i mestieri tradizionali e quelli d’arte. E’ una misura che potrebbe consolidare un percorso volto a incentivare la nascita di figure professionali specializzate oggi non più disponibili nel mercato del lavoro ma necessarie, perché lo sviluppo dell’economia italiana non può prescindere dalla rinascita del settore manifatturiero e del made in Italy, storicamente collegati agli istituti tecnici e professionali.
Un’altra novità è l’utilizzo dell’apprendistato sperimentale negli ultimi due anni della scuola superiore. Mi auguro che alla fase di discussione, la cui conclusione è fissata al 15 novembre, segua la rapida stesura dei provvedimenti di legge, insomma che la riforma per la ‘buona scuola’ non resti solo una buona intenzione.