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Quella “sòla” del televoto Rai

In "Ti lascio una canzone" una serie di figuracce ai danni di bambini...

Antonella Clerici, conduttrice di "Ti lascio una canzone"

Antonella Clerici, conduttrice di “Ti lascio una canzone”

Premetto che, dal 1997, porto avanti (tramite l’Associazione Omniarts) un concorso canoro riservato a bambini/e e ragazzi/e tra i 6 e i 20 anni – divisi in 3 categorie – che si chiama “Mini Festival di Viterbo”. All’epoca, l’idea nacque da due capi scout (uno sono io) per animare la Festa Parrocchiale della Sacra Famiglia; in televisione non c’era niente del genere ed il successo fu immediato, tanto che la manifestazione ha spento 18 candeline nel marzo scorso. Il concorso vanta un Albo d’Oro di tutto rispetto: Anna Tatangelo, Alina, Antonio Poli, Dario Guidi, tanto per citare solo quelli che hanno già avuto una ribalta – almeno – nazionale, in ambito pop o lirico. Il primo anno, votò il pubblico – la finalità era di coinvolgere più persone possibile nello spettacolo – ma ci accorgemmo immediatamente che, se il concorso voleva diventare una cosa seria e continuativa, avremmo dovuto creare una giuria di qualità che, alla fin fine, è la cosa che qualifica davvero una manifestazione del genere. Oggi, Antonio Poli – che, nel frattempo e a soli 29 anni, è considerato uno dei migliori tenori al mondo – continua ad esserne presidente e, ogni anno, raccoglie professionisti ed esperti del settore, ampiamente in grado di decidere chi debbano esserne i vincitori.

Emanuele Bertelli a Viterbo insieme a Tony Washington

Emanuele Bertelli a Viterbo insieme a Tony Washington

Inutile dire che il concorso non ha mai decollato – a livello mediatico – un po’ per la mancanza di soldi, un po’ per la poca capacità da parte nostra (sicuramente), un po’ perché – dopo una decina di anni – sarebbero nati “Ti lascio una canzone” e “Io canto” e, soprattutto, perché continuiamo a considerare fondamentale il considerarci una sorta di grande famiglia con l’attenzione che è tutta incentrata sul mettere a proprio agio i partecipanti, farli cantare e divertire… D’altra parte, cosa volete pretendere da dei capi scout?

Questa lunga premessa, per dire che non sono aprioristicamente contrario alle trasmissioni sopra citate, anzi! Mi piaceva proprio l’idea di scegliere il rappresentante italiano per il Junior Eurovision Song Contest (JESC) in diretta televisiva… inoltre conosco personalmente la metà dei concorrenti, nonché il campione uscente, perciò aspettavo l’evento quasi con trepidazione.

Emanuele con Paolo Moricoli

Emanuele con Paolo Moricoli

Non è un mistero che Emanuele Bertelli – 13 anni di Catania, che ha già cantato a Viterbo, nel dicembre scorso (per il Tuscia Gospel Festival), al concerto dei Charleston Mass Choir, riuscendo a duettare con loro in maniera naturale e alla pari – godesse dei miei favori, in virtù dell’amicizia che mi lega a lui ed alla famiglia. A parte questo, però, Emanuele è un fenomeno di bravura, di preparazione unita al talento e, soprattutto, di umiltà: non fosse per questo, non starei qui a impiegare la domenica pomeriggio davanti al pc… Però, quello che è successo sabato scorso, in prima serata su Rai Uno  a Ti lascio una canzone ha avuto del grottesco e grida vendetta!

La selezione era strutturata in 3 step successivi. Al primo (confronti diretti) il voto era equamente ripartito tra giuria, maestri d’orchestra e televoto (giustamente, previsto un ripescaggio a cura della giuria); al secondo (dopo un medley cantato da tutti i partecipanti insieme, che ha detto davvero poco sulle capacità dei ragazzi) il voto era al 50% tra giuria e televoto; per i due finalisti, solo televoto…

Emanuele Bertelli

Emanuele Bertelli

Emanuele, al primo turno, ha la preferenza da parte della giuria, confermata dall’orchestra, ma perde per via del televoto (guarda un po’)… viene però ripescato dalla giuria stessa e canta il medley con gli altri 5 ragazzi/e. Senza una specifica sui voti della giuria e del televoto, la grafica fa uscire i nomi dei due finalisti: il secondo è proprio Emanuele…

Per prime cantano le sorelle Scarpari.  poi rientra in scena Antonella Clerici che senza un briciolo di tatto e con l’aria di chi deve semplicemente mandare avanti la trasmissione – senza pensare che i protagonisti sono dei bambini (per la Carta dei Diritti del Fanciullo dell’ONU sono considerati bambini tutti gli under 18) – dice che c’è stato un errore di grafica e in finale c’è un altro ragazzo…

Il bambino (anche se è alto quasi come me, ha solo 13 anni) scoppia a piangere, senza che la conduttrice se ne curi minimamente e in sala scoppiano le contestazioni. Su quello che accade dopo, meglio tacere, almeno per oggi…

Possibile che non c’era un modo migliore per gestire la situazione? Personalmente, non dovendo penalizzare nessuno, avrei fatto cantare tutti e tre i ragazzi, ammettendo l’errore e chiedendo scusa al pubblico ma, soprattutto, a loro. Ci fosse stata solo la giuria, questo non avrebbe costituito assolutamente un problema ma… Ecco, il vero problema è stato proprio l’essersi voluti affidare al televoto! Si tratta di uno strumento di falsa democrazia, in cui a fare la differenza non sono gli spettatori comuni che, a parte rari casi, non si mettono certo a buttare soldi per dare una mano a dei ragazzini sconosciuti. Volendo essere proprio ingenui, si tratta di vedere chi ha più “tifoseria”, tanto che – nel confronto diretto – si vota brano per brano, senza attendere entrambe le esibizioni col risultato che, nella migliore delle ipotesi, chi canta per primo ha il doppio del tempo per farsi televotare. Volendo guardare in faccia la realtà, vince chi ha più fondi da investire nell’operazione. Volendo essere davvero malpensanti, il televoto è ampiamente manipolabile: dov’era un notaio che certificava i risultati? Perché, nel secondo turno, non si sono nemmeno degnati di dare i risultati di giuria e televoto, come al primo? Fermo restando, poi, che è davvero da capire chi avrebbe potuto davvero giudicare in base al medley, che hanno messo insieme in maniera – voglio sperare – solo casuale.

Alla luce di quello che è accaduto, io ho votato per un ragazzo che non aveva il mio gradimento che, d’altra parte, non sarà riuscito a farsi votare – non del tutto, almeno – dai suoi fans… il risultato, quindi, è stato falsato. Tra l’altro, a me come molti altri… chi rimborsa i soldi spesi per questo televoto non voluto? Roba da class action…

Andiamo ora allo scopo della trasmissione di sabato scorso: selezionare il/la miglior cantante under 15 che rappresentasse l’Italia al prossimo JESC, il più importante concorso europeo del genere. Lo scorso anno, per la prima volta in lizza, l’Italia vinse con Vincenzo Cantiello, giovanissimo talento che, a Ti lascio una canzone, non giunse neanche sul podio (già, il televoto), ma che fu scelto direttamente dal maestro De Amicis e i suoi diretti collaboratori: professionisti esperti e stimati, che portarono al clamoroso risultato. Detto per inciso, ci sarebbe molto da dire sul modo con cui è stata impiegata la sua presenza in trasmissione che, a me, è sembrata quasi una cosa solo dovuta, per niente valorizzata… Come italiano, mi piacerebbe che la Rai – a cui pago religiosamente il canone, da sempre – scegliesse il meglio per rappresentarmi: mi sta bene la giuria, mi stanno bene i maestri dell’orchestra, ma non l’imbroglio del televoto.

Sperando che qualcuno stia ancora leggendo, vengo alla faccenda più spinosa, già prima accennata… Tutti sono a conoscenza delle polemiche che, da qualche anno, ci sono sulle trasmissioni televisive con protagonisti i bambini… polemiche e critiche che, a volte, possono sembrare esagerate e pretestuose… Io stesso, che pure ho dedicato una bella fetta della mia esistenza all’educazione dei ragazzi, talvolta le ho considerate in questo modo… Ma io so bene cosa si può nascondere dietro la lacrima di un ragazzino… so bene anche della capacità che si ha, a quest’età, di far finta di niente ed andare avanti… soprattutto i maschi… Però, so altrettanto bene che certi traumi psicologici restano dentro, uno li può nascondere, ma poi tornano fuori quando meno te li aspetti ed in modalità impensabili. Essere umiliati a questo modo in diretta televisiva non può essere indolore per un adulto, figuriamoci per un bambino che, da dieci giorni, stava lì a fare prove su prove per andare tre minuti sul palcoscenico a far sentire le sue qualità! Io credo che mamma Rai debba delle pubbliche scuse a tutti i bambini che hanno partecipato (tutti/e bravissimi/e, peraltro) che – a questo punto e chi più e chi meno – saranno rosi dal tarlo del dubbio che un errore potrebbe esserci stato anche per loro…

Per Emanuele Bertelli ci vorrebbe ben altro… purtroppo non si può far tornare indietro il nastro, e il trauma resterà… anche se sarà difficile, bisogna solo sperare che sappia buttarselo dietro la schiena e andare avanti con il sorriso sulle labbra… Per “Ti lascio una canzone”… se le cose stanno così, probabilmente avevano ragione tutti quelli che avrebbero preferito che terminasse alla settima edizione… per cose come queste, le trasmissioni chiudono.

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