29032024Headline:

Lo scaricabarile a periodi alterni

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

trentarighe disegno“Qualcuno deve pagare per i ritardi nel completamento di Belcolle” tuonò l’onorevole Fioroni alla convention (di una parte) del Pd dedicata alla sanità: perfetto. “Ci sono i danni materiali e quelli morali verso i cittadini che ancora oggi devono utilizzare un ospedale da terzo mondo”: ariperfetto. Piccola domanda: ma non è forse vero che, nell’arco di un periodo così lungo, si sono succeduti alla guida della Asl anche suoi strettissimi amici? Quindi, la conclusione è banale: sono responsabili anche loro. Oppure la chiamata di correità è a periodi alterni? Nell’attesa di chiarire questo particolare di non secondaria importanza, c’è un’ulteriore considerazione da fare. Il Consiglio di Stato ha stravolto la graduatoria delle imprese che avevano partecipato alla gara per la costruzione del lotto mancante: in pratica, la seconda classificata è passata d’autorità al primo posto. Bene, anzi male. Nel senso che questo ha comportato ulteriori ritardi. Comunque, la legge va rispettata: se erano stati commessi errori, è giusto che si ponga riparo. Il fatto è che, con una stranissima procedura, la Asl nel bando aveva demandato all’azienda aggiudicatrice il compito di approntare il progetto. Così, è stato necessario esaminare nuovamente quello presentato dalla seconda (che è diventata prima) e questo accertamento è tuttora in corso da parte della Regione. Altro tempo perso… Domandina semplice semplice: non sarebbe stato più logico che fosse stata la stessa Asl a preparare il progetto (magari pure appoggiandosi a consulenti esterni) e a dire nel bando che noi vogliamo che questa cosa si faccia così e basta? Troppo semplice e di buonsenso. Ci voleva davvero un’intelligenza superiore per comprendere che bisognava affidare solo la parte esecutiva e non la progettazione? Conclusione: ritardi che si aggiungono a ritardi…

Un altro tema ha monopolizzato la settimana appena trascorsa: la decadenza del consigliere Moltoni. Qui non è il caso di stare a disquisire sul perché e sul percome. Dopo tre gradi di giudizio, è stato stabilito che nella vicenda dell’ex Cev qualcosa non ha funzionato a dovere e che gli amministratori dell’epoca devono risarcire il Comune di Viterbo, cioè i cittadini. Che a pagare siano i diretti interessati o l’assicurazione o Diabolik o Paperone, alla gente interessa poco. Restano i comportamenti non conformi che il versamento della cifra non cancella in alcun caso. Ergo, chi è implicato in questa faccenda dovrebbe semplicemente farsi da parte: sì, dimettersi e basta. In altri Paesi e per circostanze pure meno gravi, sarebbe già accaduto. In Italia, però, si sa come vanno le cose…

Buona domenica.

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