La città dei papi dia una lezione alla città del papa. Sia Viterbo a salvare l’archivio, le foto, le lettere e gli oggetti appartenuti a Luigi Petroselli, il Gigetto di Pianoscarano che dal 1979 al 1981 fu sindaco di Roma. Il primo e penultimo targato Pci. Perché se è vero che Petroselli è, e visto l’andazzo resterà a lungo, il primo cittadino della Capitale più amato dai romani, è altrettanto vero che a Viterbo c’è nato e cresciuto, ha iniziato l’attività politica fino a diventare un personaggio di primissimo piano nel pur affollato parterre comunista. E qui è sepolto, insieme ai suoi, come lui nati a cresciuti a Pianoscarano, il quartiere più popolare e ”autentico” della città.
Il Partito Democratico viterbese dimostri finalmente di non appartenere alla categoria dello spirito, di non essere solo un’accozzaglia di bande disposte a sbranarsi anche per le frattaglie e avanzi una proposta per salvare il fondo Petroselli. Sul fronte istituzionale sia il sindaco Leonardo Michelini a promuovere un’iniziativa, magari d’intesa con la Regione Lazio, finalizzata a custodire e rendere fruibile sia i documenti ufficiali che gli oggetti personali di Petroselli. L’ideale sarebbe istituire una sorta di casa museo proprio a Pianoscarano. Si muova anche l’Università della Tuscia, che a Pianoscarano ha una delle sue sedi. Anzi, potrebbe essere proprio quella la sede ideale non solo per conservare, ma anche per studiare il fondo Petroselli.