23042024Headline:

Carol, vivere l’omosessualità senza complessi

Una splendida Cate Blanchett interpreta una lesbica ricca, sensuale e soprattutto libera

La splendida Cate Blanchett, protagonista di Carol

La splendida Cate Blanchett, protagonista di Carol

È uscito nelle sale “Carol” del regista californiano Todd Haynes. Molti lo ricorderanno per la pellicola, sempre ambientata negli anni cinquanta “Lontano dal paradiso” dove il tema dell’omosessualità maschile veniva più che raccontata, subita, dalla moglie del protagonista, interpretata da Julianne Moore. Questa attrice la ricordiamo anche in “The Hours”, dove recita la parte della moglie perfetta. Anche qui si parla di omosessualità, ma sempre quella maschile. Negli anni Cinquanta dove si doveva essere figlie modello, mogli modello e madri esemplari, nemmeno esisteva la possibilità di poter vivere una vita diversa. E infatti, nell’episodio interpretato brillantemente da Julianne Moore e Toni Colette, Laura Brown bacia la sua amica Kitty, ma ambedue, rimuovono garbatamente l’accaduto.

In “Carol”, anche se l’ambientazione è la stessa, siamo in pieni anni Cinquanta, e anche la colonna sonora, in stile Philip Glass, richiama il tema di “The hours”, incontriamo qualcosa di nuovo. La protagonista, interpretata da Cate Blanchett, è consapevole della sua omosessualità, sin dal primo ciak. Carol è come una pantera affamata che si agira per le strade di Manhattan in cerca della preda. Un paio dei suoi sguardi, riuscirebbero a far capitolare persino una montagna. Cate Blanchett è molto sensuale. Non solo, è sensuale e anche sfacciatamente elegante. Non te lo aspetteresti mai che una donna così femminile e altolocata sia lesbica. Anzi, non ti aspetteresti mai che una donna  fosse così sfacciatamente lesbica da cercarsi una compagna nei grandi magazini Frankenberg. Carol è la donna alto borghese che decide di lasciare suo marito per vivere la sua omosessualità. È un donna che ha avuto sempre la capacità scegliere il meglio, e continua a farlo, cogliendo come amante, una stupenda ragazza di appena dicinnove anni. Todd Haynes propone un nuovo modello di donna lesbica molto consapevole della sua natura e determinata nel voler vivere appieno la sua condizione. Naturalmente  gli impedimenti per raggiungere la felicità arrivano pian piano, siamo comunque negli anni di Truman. Il marito non vuole lasciarla andare e userà la figlia come arma per tenerla legata a lui. Ma, nel dover scegliere, tra essere una finta madre felice e una donna libera, Carol, comunque, deciderà per la sua felicità.

Il regista Todd Haynes

Il regista Todd Haynes

Interessante, e molto profondo, risulta essere il concetto espresso dalla protagonista davanti agli avvocati che combattono per l’affidamento della piccola. Carol, con fermezza, afferma che non può andare contro natura. Non si può andare contro la propria essenza. E non c’è una distinzione o un’analisi, se seguire la propria indole sia un errore. La natura non commette errori, la natura non è né giusta né sbagliata, la natura umana esiste. Carol segue la propria indole perché  la fa sentire viva. L’amore verso una donna la riempe e la rende felice. Come si può rinunciare questo? In questo film viene, finalmente, proposto un nuovo modello di donna lesbica consapevole e con una forte identità. Tra le due innamorate non ci sono molte parole. Non so nemmeno, se a quel tempo, esistesse un vocabolario per tali occasioni. Ma il sentimento, gli sguardi, sono talmente eloquenti, che il regista avrebbe potuto benissimo girare un film muto.

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