29032024Headline:

Viterbo rischia di perdere la casa famiglia

Finanziamenti assegnati al comune capoluogo, ma la crisi potrebbe bloccare tutto

Alessandra Troncarelli, assessore (dimissionario) alle politiche sociali

Alessandra Troncarelli, assessore (dimissionario) alle politiche sociali

C’è la possibilità (concreta, reale) di aprire a Viterbo una casa famiglia, ma la crisi a Palazzo dei Priori rischia di compromettere il progetto. Che è finanziato dalla Regione Lazio e che è diventato ufficiale con la pubblicazione della determina della Pisana che chiarisce e specifica che cosa bisogna fare per accedere ai finanziamenti. Innanzitutto, va chiarito subito che l’iniziativa fa riferimento alla Tuscia, ma la risorse vengono assegnate al comune capoluogo, in qualità di comune capofila dell’Ambito territoriale di Viterbo (comprendente cioè tutti e tre i distretti socio-sanitari e tutti i comuni della provincia). E qui c’è il primo grosso problema riguardante i tempi: l’Ufficio di piano di ambito (cioè l’Ufficio di Piano di Viterbo) dovrebbe, entro oggi attivare una procedura di selezione per individuare la struttura da avviare. Non risulta che sia stato fatto e proprio per affrontare il tema nei giorni scorsi alcune associazioni hanno chiesto un incontro con il sindaco Michelini. Per ora, non ci sono state risposte.

Il finanziamento fa riferimento all’avvio di nuove case famiglia, alla messa in funzione di residenzialità notturna per integrare servizi semiresidenziali già funzionanti e all’attivazione di percorsi di abitare autonomo. Insomma, un insieme di condizioni che escludono strutture già esistenti e funzionanti e che invece riguardano iniziative ex novo. E questo impedisce di dirottare i fondi su case famiglia operanti in provincia: una precisazione doverosa, visto che qualche sindaco ha già tentato di accreditarsi per ottenere finanziamenti per strutture che insistono nel comune di competenza.

Stringenti le scadenze per le fasi successive: entro il 9 marzo i Distretti interessati dovrebbero presentare la proposta progettuale per accedere al finanziamento; entro l’8 maggio il Comune capofila (cioè Viterbo) dovrebbe rendere noto la struttura da attivare, mediante formale e motivata individuazione della stessa; entro il 1 settembre la struttura dovrebbe essere attivata. Un percorso rigidamente scandito che impone decisioni a strettissimo giro di posta. Decisioni che spettano in primis all’amministrazione comunale del capoluogo che, vale la pena ricordarlo, in questo momento non vive giorni particolarmente semplici. Peraltro, l’assessore alle politiche sociali Alessandra Troncarelli ha annunciato le dimissioni che comunque rimangono congelate fino a quando non si chiarirà la situazione politica generale.

L'assessore regionale alle politiche sociali, Rita Visini

L’assessore regionale alle politiche sociali, Rita Visini

Inoltre, le linee guida precisano che il finanziamento potrà essere utilizzato solo per lo start up ed il primo anno di funzionamento. E dopo? La determina chiarisce che il progetto per andare avanti dovrà essere inserito nel Piano di Zona del Distretto assegnatario, con risorse quindi a carico del Distretto stesso. Insomma, si parte e per un anno si sta tranquilli, ma poi bisognerà reperire nei bilanci le somme necessarie per continuare a far funzionare la struttura. La validità di un progetto simile è fuori discussione: valenza sociale, innanzitutto; creazione di nuovi posti di lavori per gli operatori che saranno chiamati a fornire il necessario supporto medico e assistenziale; possibilità di integrazione con altre strutture che operano nello stesso settore.
Davanti, comunque, c’è un percorso ad ostacoli che non riguardano semplicemente i tempi, come visto, strettissimi, ma anche il tipo di casa famiglia che si intende aprire. Tutte questioni che vanno chiarite il più presto possibile, tramite un confronto e un tavolo di lavoro che deve operare a tamburo battente. Certo che perdere quei finanziamenti sarebbe delittuoso: uno schiaffo a chi ha bisogno. E anche a chi, nel mondo del volontariato, opera quotidianamente e gratuitamente per alleviare le sofferenze di chi è in difficoltà.

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