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Bella e vincente, sporca di fango e sudore

La Viterbese si gode il primato e a Grosseto continuano a rosicare...

L'esultanza di Invernizzi per il gol vincente

L’esultanza di Invernizzi per il gol vincente

È così che la vogliamo. Bella, cattiva, cinica, maschia. Bagnata fino al midollo, di pioggia e di sudore, sporca di fango e meritatamente vincente. Alla fine di un campionato – che i gialloblu adesso possono solo perdere complicandosi la vita da soli (gesti apotropaici di rito: fatti!) – mancano otto finali. Lo ha detto anche il patron Piero Camilli domenica, felice al termine dello scontro col Grosseto vinto dai gialloblu nel fango del “Rocchi”: bisogna continuare così.

Piedi per terra e testa al campionato, ok. Però l’aspetto emotivo conta, e conta parecchio, e questa Viterbese è tornata ad emozionare. Non si può quindi non cedere il passo all’entusiasmo che l’ennesimo successo della Viterbese, forse il più importante della stagione fino ad ora, ha riportato nell’ambiente attorno alla Palazzina. E c’è veramente da chiedersi, con una punta di rammarico ma anche con tanto, tanto orgoglio per la strepitosa rimonta, dove sarebbe ora la Viterbese se non avesse compiuto più di un passo falso a inizio stagione. All’appello mancano i punti sprecati nei pareggi col Budoni e l’Albalonga in casa e nella sconfitta di Ostia all’esordio. Pazienza, acqua passata, ma guai a mollare la presa adesso che il traguardo è lì a un passo.

E se il Rieti, altra avversaria da battere per chiudere definitivamente i conti con le principali competitor, pensava di venire a Viterbo il 20 marzo (anche se probabilmente l’incontro sarà rinviato al 30 o addirittura al 6 aprile, a causa della convocazione del bravo portierino gialloblu Roberto Pini nella rappresentativa di serie D per il torneo di Viareggio), con 4 o più punti di vantaggio, come inopportunamente dichiarato da qualcuno dei suoi tesserati di recente, dopo la vittoria dei gialloblu sul Grosseto sarà rimasto deluso. I conti si fanno alla fine, i gialloblù non hanno ancora vinto nulla, ma se la matematica non è un’opinione, la rincorsa ora spetta agli altri. La Viterbese deve pensare solo a se stessa, preparando accuratamente gara dopo gara, come fatto fino ad oggi, e continuare a scendere in campo con il coltello tra i denti e il sangue agli occhi. Fino alla fine, come dice il presidente Vincenzo Camilli.

Che battaglia nel fango del Rocchi

Che battaglia nel fango del Rocchi

Questa settimana sono carica e non riesco proprio a tenere a freno la tastiera, perciò lo scrivo: ma quanto hanno mal digerito a Grosseto la meritata sconfitta di domenica scorsa? Rosicano come se non ci fosse un domani. Il loro presidente, che ha visto una parte di partita in tribuna vip e poi ha detto di essere andato in curva, ha persino lamentato un trattamento aggressivo da parte dei padroni di casa. A me che ero lì in zona francamente non è sembrato, ma potrei sbagliarmi, quindi noi vogliamo credergli sulla parola. È chiaro che Pincione non si sia trovato a proprio agio a Viterbo, abituato com’è lui all’eleganza dei supporters biancorossi, gli stessi che dal settore ospiti hanno sputato, insultato, offeso e bersagliato continuamente – fisicamente ma anche virtualmente sui social, nei giorni seguenti all’incontro – il giovane portiere gialloblu Roberto Pini, 19 anni, loro conterraneo (il ragazzo è dell’Isola del Giglio, ndr). Lo capiamo. Abituato a certi ambienti, qui si sarà sentito un pesce fuor d’acqua.

Non crediamo, invece, alla buona fede e all’onestà intellettuale dei suoi dirigenti, tesserati e simpatizzanti, che ad ogni microfono che è capitato loro a tiro non hanno perso occasione per sottolineare come la Viterbese (e l’arbitro) avessero rubato la partita (???????) e per considerare i gialloblu una misera squadretta di provincia che aspettava la blasonata avversaria, nota habitué di Champions League (maddechè?). Due o tre cose, tanto per essere chiari: il Grosseto non ha fatto un tiro in porta in 90 minuti, e l’arbitro ha fischiato molto più in favore degli ospiti che dei padroni di casa, a onor del vero. Negli scontri diretti con Viterbese, Rieti e Arzachena, poi, in questa stagione ha perso. Il Grosseto e la Viterbese, prima dell’arrivo dei Camilli, non erano nulla entrambe. Se Grosseto ha calcato scenari d’altro calcio, lo ha fatto esclusivamente grazie a Piero Camilli, e la speranza è che ora questo capiti anche a Viterbo. Senza Camilli, è evidente guardando classifica e risultati, per il “blasonato” Grifone non è proprio più la stessa cosa. Se ne facciano una ragione, lì in Maremma. E la smettano di lanciare accuse. E sputi.

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