La Viterbese torna a in Sardegna a poco meno di due mesi dalla sua ultima apparizione nell’isola. Era il 7 febbraio quando il 2-2 rimediato a Castiadas rischiò di far esplodere la polveriera gialloblu, comunque confermò che i viaggi al di là del Tirreno rappresentano un po’ il tallone d’Achille delle formazioni laziali, Viterbese compresa. Da quel giorno di acqua sotto i ponti galloblu ne è passata, la truppa di Federico Nofri, sempre nel Continente, è stata capace di mettere in fila cinque vittorie consecutive, senza subire gol, ne ha menate a destra e a manca ed è letteralmente volata in vetta alla classifica.
La premessa è utile per capire un po’ lo stato d’animo con cui Scardala e compagni possono essere sbarcati ieri sera in Sardegna, con il morale alto dopo il successo di mercoledì che ha spianato la strada verso la serie C, ma con il timore di rivedere i fantasmi sardi (leggi Nuorese, Arzachena, il Castiadas appena detto) pronti a svolazzare sul Comunale di Lanusei. Questo è forse il vero rischio della trasferta odierna, sicuramente superiore alla ipotesi di un rilassamento dopo la pesante vittoria nell’infrasettimanale. La squadra gialloblu non è certo appagata, ha voglia di vincere e, come ha raccomandato il patron Piero Camilli (che oggi sarà in tribuna), ambisce a dare una mano alla matematica a chiudere il prima possibile il discorso promozione.