25042024Headline:

La canapa regina del prossimo week end

"I love Canapina": mostre, degustazioni, visite guidate, concerti e tanto altro

Felice Arletti con lo stendardo della manifestazione in programma nel prossimo week end

Felice Arletti con lo stendardo della manifestazione in programma nel week end

Metti una sera a Canepina, Anzi due, anzi un intero week end. Ma di grazia, che si può fare a maggio lì in mezzo ai Cimini visto che non è tempo di castagne e quindi nemmeno di feste e di fieno in cantina? Ragazzi, avete presente l’origine del nome di quel paesino? Deriva direttamente da canapa, perché da quelle parti la coltivazione di quella pianta era comune e assai fiorente fino a quando non si decise che si poteva più. Secoli di storia e di tradizioni, di cultura e di economia, cancellati con un colpo di penna. Ora, è vero che un certo tipo di canapa fa male, ma ce n’è un’altra (quella sativa) che si può usare nell’alimentazione, mentre le fibre si potevano (e si possono) tessere.

Qualche anno, un signore di Canepina, tale Felice Arletti, ha pensato che la vecchissima usanza di coltivare la canapa, sfruttandone le varie proprietà, andava ripresa. Non è faccenda che si possa risolvere in quattro battute: bisogna studiare, provare, tentare. Come sempre succede quando si cominciano a percorrere strade alternative. Piano piano, i primi tentativi (piuttosto maldestri) sono diventati solide realtà (come recita uno slogan pubblicitario abbastanza in voga). Ed ecco il pane e il piatto tipico della zona (il fieno, anzi i macaroni) rigorosamente alla canapa; ed ecco un intero menu (dall’antipasto al dolce) basato sull’uso della specie sativa. Perché quel signore di cui sopra, gestisce un agriristoro in piazza (“Il calice e la stella”) e sui prodotti del territorio ha costruito il suo percorso gastronomico che ha suscitato anche l’interesse del Gambero Rosso, la bibbia del settore.

Le signore che hanno dato vita a "Canepina Ricama"

Le signore che hanno dato vita a “Canepina Ricama”

“Chi si ferma è perduto” diceva quel tipo lì e quindi bisogna andare avanti. Il passo successivo è “I love Canapina”, la prima fiera della canapa in programma appunto nel prossimo fine settimana nel Museo della Tradizioni Popolari. ”Parlare di canapa significa – spiega il sindaco Aldo Maria Moneta – riscoprire chi eravamo per avere maggiore consapevolezza della nostra storia. Bisogna essere fieri delle nostre tradizioni e non dimenticarle, anzi riportarle a nuova vita come sta facendo Felice Arletti”. ”È iniziato tutto per scherzo – racconta il protagonista principale della storia – da un’intuizione e dall’amore per il nostro paese e la nostra storia. Io e mio fratello Giuliano abbiamo cominciato lavorando la canapa come prodotto culinario. Ma col passare del tempo questo ‘scherzo’ privato si è trasformato in un serio progetto capace di coinvolgere tutti i canepinesi culminando quindi, grazie all’amministrazione comunale che lo ha permesso, nella manifestazione che si svolgerà questo week end. L’idea di partenza è però rimasta la stessa: piantare un seme di cultura”. ”Siamo orgogliosi di prendere parte a questo progetto – aggiunge il presidente della Camera di Commercio Domenico Merlani – la canapa è un prodotto d’eccellenza territoriale e come tale deve essere valorizzato. Bisogna necessariamente incentivarne la sua lavorazione che si è persa con l’arrivo delle nuove tecnologie”.

La presentazione di "I love Canepina"

La presentazione di “I love Canepina”

Intenso il programma delle due giorni di “I love Canapina”: mostre, degustazioni, visite guidate, concerti, laboratorio di gelato alla canapa, apericena. Sabato in mattinata il convegno sul tema “La canapa nel Lazio e in Italia: antica e futura risorsa”. Prevista la partecipazione di studiosi dell’Università della Tuscia e della Sapienza e gli esperti dell’Università Agraria di Tolfa e Allumiere. Nel pomeriggio si parlerà di tradizione e innovazione: un binomio che avanza a braccetto e che è anche il motivo di un’altra esperienza che si è sviluppata negli ultimi tempi. Un gruppo di signore ha dato vita a “Canepina Ricama”. Pina Benedetti, Maria Rita Petti, Patrizia Mancinelli e Colomba Morgani sono andate a ritrovare i cosiddetti “canaponi”, cioè i rotoli di stoffa che in passato si utilizzavano per confezionare tovaglie e anche capi di vestiario. Li hanno ripresi e hanno cominciato a realizzare borse, lenzuola e altri graziosi manufatti: saranno in mostra e si potranno anche acquistare. L’ultima novità che sarà possibile apprezzare nel settore gastronomico ”Fior di canapa”, il formaggio stagionato tra le foglie di canapa prodotto da Felice Arletti e realizzato in collaborazione con Salvo Cravero e Stefano Polacchi.

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