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Novità: a Canepina arriva pure la falegnameria

Inaugurata una nuova ala al Museo delle tradizioni popolari. Dal 21 I love Canapina

Un'ala del museo

Un’ala del museo

È fico vedere come la provincia sorpassa il capoluogo. È non è tanto un discorso legato all’economia, al turismo, alla crisi e alla rinascita. No, qui la faccenda è strettamente culturale. E viaggia di pari passo con il riappropriarsi delle radici. Tu chiamala, se vuoi, cultura popolare. O pop, nell’accezione meno brutale del termine (quella lasciamola alla musica).
Procediamo. Pochi giorni fa, grazie al Tuscia in jazz, avevamo scoperto le meraviglie di Castiglione in Teverina. Il suo Muvis, museo del vino. La foresteria, l’ostello e via dicendo.
Stavolta invece a primeggiare, o a farsi notare, è Canepina. Lassù, sul cucuzzolo dei Cimini, hanno appena inaugurato una nuova ala nel Museo delle tradizioni popolari. Il sito si trova nell’ex convento dei Carmelitani. E non è un semplice “entra e guarda”, molto anni ’70, ma un qualcosa di interattivo. Che stimola il visitatore. Che, all’occorrenza, può ospitare dell’altro: da eventi a sagre, a cose itineranti.
Bene, dentro al Museo ora vi è anche il reparto dedicato alla falegnameria. “L’allestimento è stato realizzato in collaborazione con alcuni artigiani locali – spiegano dalla cabina di regìa – e propone al visitatore una serie di strumenti d’epoca con cui veniva lavorato il legno, pratica fondamentale per la creazione di oggetti, attrezzi e strutture indispensabili nel lavoro e nella vita quotidiana di una volta e tuttora di grande importanza”.
Gli antichi mestieri perciò da oggi possono svelarsi in qualcosa di più corposo. Al taglio del nastro invece, per tornare al discorso di cui sopra, erano presenti il direttore del museo Quirino Galli e il sindaco di Canepina Aldo Maria Moneta.

Aldo Moneta, sindaco di Canepina

Aldo Moneta, sindaco di Canepina

“Sono felice di inaugurare questa nuova sezione del nostro museo – ha detto il primo cittadino – che va a incrementare la già notevole raccolta di oggetti, reperti e testimonianze sulle tradizioni popolari e la vita del tempo che fu. Quelle tradizioni e quei saperi che costituiscono l’identità storica del paese e del territorio e che attraverso il museo raccontiamo ai visitatori e ai più giovani. Ringrazio gli artigiani locali per la loro fondamentale collaborazione a questo ampliamento”.
Riguardo all’aspetto polifunzionale della struttura, infine, il prossimo 21 e 22 eccoti dentro “I love Canapina”, la prima fiera provinciale della canapa. Un’idea destinata a divenire rapidamente un tormentone.

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