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Aiuta l’arte e pagherai meno tasse

Appello di Unitus: con Art Bonus si aiuta il corso in restauro dei Beni culturali

La presentazione del progetto Art Bonus

La presentazione del progetto Art Bonus

Mecenatismo 2.0. Che poi si traduce molto più prosaicamente in un invito, anzi in un appello: imprenditori e cittadini, aiutate a restaurare monumenti e opere d’arte e avrete uno sconto fiscale. Il progetto è naturalmente a carattere nazionale e si chiama “Art bonus”: 65% di detrazione sulle tasse per chi (enti, istituzioni, privati, aziende) finanzia interventi in campo artistico. Per dire, a Torino le erogazioni hanno permesso di coprire pressoché totalmente le spese necessarie per gli interventi al Teatro Regio: oltre 4 milioni di euro: e a Bologna, i finanziamenti sono stati quasi la metà della somma necessaria per rimettere a posto il Teatro Comunale (6,2 milioni di euro). Insomma, un’iniziativa che unisce la necessità di intervenire sull’immenso patrimonio storico e artistico italiano (troppo spesso lasciato in balia dell’incuria e dell’inesorabile trascorrere del tempo) con lo stimolo alla donazione attraverso la possibilità di ottenere un consistente sconto sulle tasse, pari – come detto – al 65% della somma versata.

All’appello si unisce anche l’Università della Tuscia. E perché? Per il semplice fatto che qui a Viterbo è attivo ormai da due anni il corso di laurea in Conservazione e restauro dei Beni Culturali che ha come finalità principale la formazione di tecnici in questo settore. Insieme alle materie d’esame (sia umanistiche che scientifiche), una consistente parte del corso di studi è riservata alla preparazione sul campo. Gli studenti, insomma, devono imparare a restaurare sul serio e questa è faccenda che si può fare solo operando direttamente sulle opere o i monumenti che abbisognano di interventi. “L’Università – sottolinea il rettore Alessandro Ruggieri – ha investito molto su questo corso di laurea magistrale che dura 5 anni ed è a numero chiuso: 20 studenti. Si sta concludendo il secondo anno accademico e quindi i frequentanti sono 40; a settembre ovviamente diventeranno 60. Crediamo molto in questo tipo di formazione che può garantire importanti sbocchi occupazionali anche nel nostro territorio che è ricchissimo di opere d’arte. Sono stati assunti docenti e restauratori qualificati che, in base alla legge devono essere nel rapporto di uno ogni 5 studenti”. Vale la pena ricordare che in Italia i corsi di laurea di questo genere sono appena 5: oltre Viterbo, sono tenuti a Urbino, Palermo, Torino e Roma Tor Vergata; l’autorizzazione è particolarmente complessa perché interessa due ministeri: Miur e Mibac. Insomma, un fiore all’occhiello di Unitus che però va… coltivato e innaffiato.

Il corso di laurea magistrale in Conservazione e restauro dei Beni culturali chiede aiuto ad imprese e privati

Il corso di laurea magistrale in Conservazione e restauro dei Beni culturali chiede aiuto ad imprese e privati

E qui arriva la connessione con Art Bonus. Finora, tutte le spese sono state sostenute dall’ateneo, ma mano a mano che aumenta il numero degli studenti il discorso si amplia e di fatto le somme per procedere ai restauri cominciano a diventare piuttosto consistenti. “Si parla di cifre abbastanza contenute – continua il rettore – che riguardano l’acquisto delle materie prime o i ponteggi o la manodopera. Somme che nella maggior parte dei casi non superano i 10mila euro a intervento. Ecco, se aziende o istituzioni o anche privati intervenissero con questo tipo di erogazioni, l’università sarebbe sollevata da questo tipo di incombenze e si potrebbe dedicare esclusivamente al restauro che viene eseguito dai ragazzi sotto la guida dei nostri docenti e dei nostri tecnici che sono qualificatissimi”.

“Conservazione e restauro dei Beni culturali – aggiunge il professor Ulderico Santamaria, presidente del corso di laurea – oltre al titolo accademico fornisce anche l’abilitazione all’esercizio della professione, che viene attestata da un’apposita commissione. Alcuni restauri sono stati già eseguiti, ma noi con le nostre capacità siamo pronti a continuare e ad incrementare l’azione, visto che il territorio offre molte occasioni di interventi su opere e beni di grande prestigio”. “Mettiamo in campo – chiosa la professoressa Paola Fogliani – un team di docenti e restauratori con importanti competenze interdisciplinari in grado di intervenire anche su stati di conservazione anche particolarmente compromessi. E il nostro intervento è ad ampio raggio, nel senso che ci occupiamo di conoscenza, conservazione, restauro e valorizzazione dell’opera”.

Da segnalare infine che per un singolo intervento possono intervenire contemporaneamente anche più soggetti (e quindi, la spesa si riduce ancora). “E c’è pure – conclude il rettore Alessandro Ruggieri – un ritorno in termini di immagine perché il Mibac pubblica periodicamente l’elenco dei benefattori. La Tuscia è una zona molto ricca dal punto di vista artistico, ma poco valorizzata”.

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