29032024Headline:

Col decreto Madia acqua pubblica a rischio

Miranda Perinelli (Spi Cgil): "Il provvedimento ha già subito due bocciature"

Un cartello a difesa della gestione pubblica dell'acqua

Un cartello a difesa della gestione pubblica dell’acqua

Il destino dell’acqua pubblica messo a repentaglio dal cosiddetto decreto Madia, ovvero il decreto delegato sui servizi pubblici locali. Il provvedimento è stato costruito come se il referendum sull’acqua non ci fosse mai stato. Un atteggiamento gravissimo, quello del Governo, che in questo modo calpesta il volere dei cittadini italiani. Inoltre, quel decreto contravviene anche al principio scritto nella legge delega da cui è scaturito. Un testo che non va bene pure perché contiene diversi profili di incostituzionalità. Come sostiene anche la Cgil nazionale,  il provvedimento è ancora in itinere, essendo solo alla prima stesura del testo. Nonostante questa ha già ricevuto due parziali bocciature: la prima dalla Conferenza unificata Stato-Regioni-Comuni; la seconda dal Consiglio di Stato, secondo cui il governo deve valutare la coerenza e il rispetto degli esiti referendari che altrimenti sarebbero gettati alle ortiche.

La legge delega  prevedeva che per l’acqua si trovasse una norma coerente con la disciplina europea che abbia come riferimento l’esito del referendum del 2011, eppure il decreto delegato non ne parla. Non solo non si tiene conto della consultazione popolare che vieta l’obbligo di privatizzare i servizi idrici. Inoltre, per la gestione in house pone così tanti vincoli da renderla del tutto svantaggiosa rispetto alla privatizzazione. Esclude infine la possibilità che ci possano essere aziende speciali nei servizi a rete e privilegia dal punto di vista dei finanziamenti chi privatizza.

Sono quindi gli stessi organi dello Stato ad alzare l’allerta su un provvedimento anche tecnicamente illegittimo. Per quanto ci riguarda, non smetteremo mai come Spi Cgil di difendere il diritto dei cittadini ad accedere ai beni essenziali come l’acqua che devono restare di tutti senza trasformarsi in fonte di guadagno per pochi.

 

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