
Il manifesto dell’evento
Per sdrammatizzare potremmo dire che per risollevare il morale della truppa occorre una scossa. Ma forse la battuta è un po’ troppo cruda. Quindi semplicemente diciamo che daranno una festa, ecco. Così almeno nessuno ci correrà dietro per picchiarci con un grosso randello. E andiamo anche a capire il perché. La grande scossa di terremoto dei giorni scorsi, quella del 30 maggio a Castel Giorgio; e quella alla quale è seguito poi uno sciame sismico di portata da non sottovalutare “si è verificata proprio all’interno dell’area assegnata ad una società privata per la realizzazione di due impianti geotermici. Quello dello stesso Castel Giorgio e quello di Torre Alfina. Ecco la prova dell’enorme rischio sismico e di disastro ambientale”, apre così per la rete Nogesi, il Coordinamento associazioni orvietano, Tuscia e lago di Bolsena. Quale miglior modo di affrontare la questione, quindi, se non quello di sensibilizzare il mondo attraverso una festa comune? Il 12 giugno, e cioè domani, siete tutti invitati (come si diceva una volta) al Castello di Montalfina, per “uno sviluppo ecosostenibile dell’altopiano”. Retroscena: “Tutta la popolazione ha colto con grande allarme questa coincidenza, anche perché ci sono stati danni ad abitazioni e strutture”, proseguono. E lo stesso Castello ha riportato danni importanti; tant’è che un’ala è stata dichiarata inagibile.

Castel Giorgio
“Ma la cittadinanza reagisce – ancora loro – e grida ‘no alla geotermia speculativa ed inquinante’. Cosa ci insegna questo terremoto? Che la zona è sismicamente fragile e che quindi non si possono realizzare impianti che aggiungeranno il peso di una continua attività di pressione nel sottosuolo”.
E ancora: Se i pozzi geotermici fossero già realizzati, cosa sarebbe successo? “I cittadini non accetteranno mai questo impianto – chiudono – Troppi i rischi per le loro vite, i loro beni ed il loro territorio. Occorre che la Giunta regionale si esprima finalmente rifiutando l’intesa all’impianto, e che i Ministeri competenti ritornino sul progetto per bocciarlo e dissipare definitivamente questa pesante ombra dal futuro della Tuscia. Lo devono ai cittadini che amministrano, e che continuano ancora a dormire terrorizzati o fuori le proprie abitazioni”.