19042024Headline:

Gonfiate le gomme, la Ciclovia è pronta

Dal 1 luglio è attiva la CicloVia. Seimila adesivi per un crowdfunding da paura

La partenza

La partenza

Seimila adesivi bianchi e azzurri. E non è una partita della Lazio (a proposito: Bielsa, sei un eroe, un vero eroe). Seimila adesivi, si diceva. Il primo appiccicato lo scorso 18 aprile, l’ultimo il 30 giugno. Dal 1 luglio 2016 è ufficialmente attiva la CicloVia Francigena. E cioè il più grande itinerario cicloturistico mai segnalato in Italia. Una bomba.
Nemmeno il tempo di dare una buona notizia, però, che subito ne arriva una seconda, altrettanto sconvolgente: i lavori si sono chiusi con un solo giorno di ritardo (altro che “nuvoletta di Roma”) rispetto alle previsioni.
“Stiamo parlando di 1040 km – spiega Alberto Conte, direttore SloWays – abbiamo attaccato il doppio degli adesivi rispetto a quelli preventivati. Ma poco importa. La posa della segnaletica è stata, e speriamo che sia in futuro, una grande opera di squadra, il coronamento di un progetto al quale lavoriamo da anni e che ha potuto concretizzarsi soprattutto grazie al sostegno di 177 donatori che hanno partecipato alla nostra campagna di crowdfunding”.
E perciò oltre a coloro i quali hanno materialmente fatto qualcosa, ci sta da tendere gentile omaggio (e toccherà di farlo in branco, poiché la Francigena sarà sempre più risorsa collettiva) anche i finanziatori on-line. “Ringraziamo i donatori – ancora lui – la piattaforma di crowdfunding Eppela, lo sponsor Unipol Sai, e le molte realtà che hanno lavorato alla definizione di un itinerario ciclabile lungo la Via Francigena. Enti locali, associazioni, prima tra tutte Fiab, guide, singoli appassionati che da anni lavorano per tracciare e migliorare il percorso, e l’associazione europea delle Vie francigene, che lo sta certificando a livello europeo”.

L'arrivo a Roma

L’arrivo a Roma

L’intento finale, logico, è quello di far crescere il turismo lungo l’antica rotta che da Canterbury conduce a Roma. E sponsorizzare le due ruote, come del resto tutte le forme di “visita sostenibile” è sempre un buon modo per tentare di far crescere un paese (così come una zona, la Tuscia) all’insegna del rispetto e della voglia di migliorare le cattive abitudini.
La rotta è stata appena tracciata, dunque. Gonfiate le gomme. E buon divertimento. Oh, un’ultima cosa: la partenza è sul Gran San Bernardo e si arriva fino al Vaticano, portatevi pure due panini.

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