Gli assenti hanno sempre torto. Già, proprio così. Soprattutto quando non c’è motivo per sottrarsi al confronto, per fornire spiegazioni, per spiegare, per consolare anche. Perché la mancata apertura della casa famiglia all’ex agrinido di Monterazzano lede le legittime aspettative delle famiglie di ragazzi in difficoltà. I tempi, vale la pena ricordarlo, erano precisi ed erano stati scanditi dalla Regione nel bando emanato un po’ di mesi fa. Tanto per semplificare, dalla Pisana erano stati categorici: se si fanno tutte le cose per bene e rispettando le tempistiche fissate, l’1 novembre si potrà aprire la nuova casa famiglia per 6 ragazzi/e speciali in un progetto di “abitare autonomo” che si inserisce in quell’iniziativa ancor più vasta che rientra nel grande contenitore del “Dopo di noi”.
Come non detto, l’1 novembre è passato invano e adesso chissà quando potrà esserci l’inaugurazione. La Regione si è accorta che qualcosa nel bando non andava e allora ha deciso di cancellare quello precedente ed ora bisogna aspettare quello nuovo. L’assessore comunale Alessandra Troncarelli conta (probabilmente con eccessivo ottimismo) che la procedura possa concludersi entro fine 2016 e che nei primissimi mesi dell’anno prossimo si possa arrivare all’attivazione. La speranza comune – persino inutile sottolinearlo – è che abbia ragione lei.
Intanto ieri, 1 novembre, a Monterazzano si è festeggiato ugualmente. In modo semplice con bruschette, caldarroste (cotte in un enorme padellone oscillante), dolci in gran quantità e vino buono. “Questa non inaugurazione – commenta il presidente della Fondazione Oltre noi, Maurizio Casciani – è comunque un momento di condivisione per tutti noi. Siamo delusi, bisogna ammetterlo, ma non accusiamo nessuno: non abbiamo steso striscioni di protesta, non abbiamo usato i nostri ragazzi speciali per reclamare diritti che sono elementari. Festeggiamo ugualmente perché a noi basta stare insieme per essere contenti”.
Si diceva delle assenze. Pesanti e per molti versi incomprensibili. Si fa prima a citare coloro che hanno invece deciso di partecipare. Unico assessore presente Alvaro Ricci (lavori pubblici) che ricorda i tempi in cui, da presidente della circoscrizione che comprendeva anche Monterazzano, si riuscì ad asfaltare la strada (fino ad allora bianca) che porta dalla Tuscanese alla chiesa: erano i primissimi anni Ottanta. Unica consigliere di maggioranza presente Martina Minchella (Pd), insieme al presidente del Consiglio comunale Marco Ciorba, che è anche alla guida della Consulta del Volontariato. Quindi il consigliere regionale Daniele Sabatini (Cuoritaliani), l’ex sindaco Giulio Marini (Forza Italia) insieme alla collega di Palazzo dei Priori Antonella Sberna (azzurra pure lei), infine Gian Maria Santucci (FondAzione).
Ma ci sono loro: i ragazzi speciali, i loro familiari, gli esponenti delle associazioni di volontariato, i dirigenti della Fondazione Oltre noi. Un paio di centinaia di persone che affollano il piazzale della chiesa approfittando della splendida giornata di sole. Non si fa politica da quelle parti: si ascolta la messa celebrata da don Sergio Tardani, si gioca con i clown di corsia, si mangia e si beve qualcosa e si sta soprattutto insieme: tutto qui. “Non facciamo polemiche: non è nel nostro stile – conclude Maurizio Casciani -. Raccolgo una sollecitazione di don Sergio durante l’omelia: la politica deve lavorare per risolvere i problemi dei cittadini”. Cosa che, evidentemente, finora non ha fatto. Ecco perché, a maggior ragione, gli assenti hanno davvero torto marcio.