Disputato sulla distanza delle 10 riprese, l’incontro è stato equilibrato, a tratti una guerra, con molte riprese difficili da giudicare. Il padrone di casa ha sofferto i ritmi imposti dal romano e più volte si è chiuso alle corde per subire le sue repliche, mentre a centro ring non è riuscito a trovare le contromisure al suo gancio sinistro. Questa, secondo noi, è stata la lieve differenza che avrebbe dovuto premiare di misura un De Carolis apparso più sciolto e più composto del solito.
Nel finale dell’ultima ripresa Akkawy ha tentato il tutto per tutto, complice l’incertezza che aleggiava sul verdetto, e il pubblico si è infiammato. Ma De Carolis è stato pronto a leggere le sue combinazioni e abile nel mandarle vuoto. Suona il gong per l’ultima volta e l’arbitro legge i cartellini: 99-90, 99-90 e 100-89. Un giudice vede Akkawy vincere tutte le riprese e gli altri due ne assegnano soltanto una a De Carolis. L’epilogo, vergognoso, dimostra che vincere all’estero senza mandare KO l’avversario è molto difficile.
Serata rovinata a De Carolis e alla boxe che, con l’ennesimo furto casalingo (come se ne vedono dappertutto, Italia compresa), esce sconfitta e non appare così tanto ”nobile”.