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Per Viterbo un’altra occasione persa. Niente terme alla Ex INPS.

Terme INPS

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,2.11.22 –

Viterbo e la Tuscia hanno perduto un’altra occasione di rilancio, sopratutto in campo termale. Infatti, si è avuta notizia che il progetto voluto e sostenuto dalla passata amministrazione comunale targata Arena si è arenato. Infatti, la Federterme, cui era stato commissionato un progetto di recupero delle terme ex INPS pare abbia accantonato ogni possibilità di creare un centro termale d’eccellenza. E’ comunque fissato in Regione Lazio un incontro un incontro per dare vita a una commissione incaricata di immaginare il futuro dell’ex stabilimento termale dei “lavoratori”.

Non sembra però che il progetto che sarà discusso possa coincidere con quello che la Federterme voleva. Qualcosa di più semplice.,

Ricordiamo che questo progetto Federterme prevedeva un complesso termale di lusso – addirittura la wellness spa più grande del Centro Italia – composto da un totale di 100 stanze complete di servizi: 12 camere suite superior, 31 camere suite, 42 camere 5 stelle, 15 camere 4 stelle.

All’interno un ristorante principale con 250 coperti, un ristorante gourmet con 40 coperti, una wellness spa da 300 persone e un’area dedicata ai trattamenti da 40 persone. E ancora: 12 ristoranti veloci con l’utilizzo di prodotti gastronomici della tradizione viterbese. L’investimento ipotizzato era di 32 milioni, di cui 22 necessari solo per la riqualificazione dell’area, ormai abbandonata da anni. Le ex Terme Inps avrebbero dovuto ospitare anche un centro di alta formazione per sfornare figure professionali del settore termale, da realizzare in collaborazione con l’Università della Tuscia. Progetto stellare, ma impossibile da realizzare non tanto per mancanza di fondi, ma per carenza di acqua termale.

I due pozzi a cui le ex Terme Inps dovrebbero attingere, il Gigliola e l’Uliveto, sono quasi a secco. Come emerso anche durante il recente consiglio comunale straordinario dedicato al termalismo, la portata delle due sorgenti non supera complessivamente i 3-4 litri al secondo, quando per alimentare uno stabilimento di medie dimensioni di litri ne servirebbero almeno 6-7, come spiega l’assessore al termalismo Floris.

Insomma, dove va a finire il “fiume” d’acqua termale di cui il sottosuolo viterbese ? A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina.

Perchè alcuni impianti termali funzionano ed altri sono stoppati ?

Indovinalo grillo !.

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