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Il 30 novembre a Viterbo: Tradizione del pesce di Sant’Andrea

Tradizione unica viterbese

di Andrea Stefano Marini Balestra

Viterbo,30.11.23

Mamma, quando ero piccolo non mancava mai la sera del 29 novembre, dopo che ero stato messo a nanna, di lasciare sulla finestra della mia cameretta un pesce di cioccolato. La mattina al risveglio la felicità di aver trovato il dono che mi aveva portato Sant’Andrea proprio il giorno del mio onomastico.

Adesso, ieri, sono andato a comprarlo dal pasticcere.

I tempi sono cambiati, ma la tradizione non deve morire.

La tradizione del pesce di Sant’Andrea è unico a Viterbo. soltanto in città si trovano pesci di cioccolato confezionati in luccicanti involti.

Infatti molti forestieri di meravigliano che durante il mese di novembre, le vetrine di pasticcerie e di altri negozi di Viterbo si riempiono di un particolare prodotto artigianale in cioccolato:”Pesce di S. Andrea”.

Ma quando e perchè e nata la tradizione ?

A Viterbo, in particolare nel quartiere di Pianoscarano dove la chiesa parrocchiale è intitolata a Sant’Andrea,

Infatti, il 30 novembre di ogni anno, infatti, in occasione della ricorrenza di Sant’Andrea è da secoli usanza diffusa a Viterbo, ma in misura minore in alcuni centri della provincia, regalare dei pesci di cioccolato ai bambini, ai familiari o alla persona di cui si è innamorati. Il pesce di Sant’Andrea segue lo stesso “funzionamento” dell’uovo di Pasqua. Infatti, il cioccolato fuso trova sagoma in appositi stampi di forma ittica e al suo interno si colloca una sorpresa.

Secondo la tradizione “classica”, a Viterbo era l’apostolo pescatore a portare ai bambini il pesce di Sant’Andrea, nella notte tra il 29 e il 30 novembre. Collocavano un piatto vuoto sul davanzale della finestra o sulla porta di casa e al mattino vi trovavano il gustoso pesce e altri doni. Un tempo, il parroco (don Alfredo) era solito collocare i pesci di cioccolato nell’acquasantiera nella notte di Sant’Andrea.

Sant’Andrea è venerato anche nel territorio provinciale di Viterbo, soprattutto a Canino, di cui è patrono, con la tradizionale “scampanata” per allontanare gli spiriti maligni in occasione della vigilia. Altre tradizioni sono vive nei paesi di Latera, Marta e Tessennano.

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